Peggiora la condizione dei due bacini galleggianti da 19 mila e 52 mila tonnellate da anni in stato di abbandono all'interno dei Cantieri navali del capoluogo siciliano. Nei giorni scorsi si è verificato un furto di rame, ultimo atto di una lunga serie di atti di vandalismo.

Rovine in riva al mare. Per Cgil e Fiom Palermo, in queste disastrose condizioni, i due bacini di carenaggio sono solo di ostacolo alle normali attività produttive del porto. E chiedono un incontro urgente alla Regione per ottenere l'impegno a riportare in funzione queste infrastrutture vitali per il futuro del Cantiere navale di Palermo, unico polmone industriale rimasto attivo nella difficile realtà produttiva del capoluogo siciliano.

"Con l'impegno preso da Fincantieri di tornare a costruire navi a Palermo e di potenziare lo stabilimento – sottolineano Fiom e Cgil – ci aspettiamo risposte dalla Regione sugli investimenti necessari alla ristrutturazione dei due bacini. Obiettivo: restituire la piena operatività al Cantiere navale, l'ultima grande fabbrica rimasta a Palermo”.

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