Da ieri si susseguono ricordi e omaggi per Emanuele Macaluso, grande leader sindacale, politico. Grande uomo. Potrei richiamare i tratti di una biografia che lo hanno visto nel maggio del 1947 diventare il primo segretario della Cgil Sicilia nel contesto difficile del dopoguerra, delle spinte separatiste, delle lotte del movimento contadino, e del sindacato per la terra con già i primi morti, della battaglia della classe operaia siciliana, gli zolfatari, che portava con sé temi oggi tristemente attuali come quello dei trasporti, dello sfruttamento del lavoro, anche minorile, della povertà. Lo stanno facendo in tanti in queste ore e ne emerge sempre la figura di un leader instancabile, che incrocia diversi periodi storici cercando sempre la promozione dei diritti dei soggetti più fragili e il riscatto della Sicilia.

I primi anni furono quelli di importanti conquiste, che condussero alla riforma agraria del 1950, con un impulso alla crescita sociale di tutto il Paese che veniva proprio dai contadini come amava ricordare Macaluso.
Con radici così solide nella storia della nostra terra, Macaluso ha avuto la capacità di guardare sempre con estrema lucidità anche all’andamento politico, economico e sociale della Sicilia e dell’Italia anche in anni più recenti. In tal senso ha costituito un punto di riferimento importante per chi come me e come i dirigenti sindacali di oggi hanno l’onere di proseguire sulla strada di battaglie ancora non concluse. Penso alla lotta contro la mafia, prima agraria, poi cittadina (mi riferisco alle speculazioni edilizie), oggi dai contorni sempre più ineffabili su scacchiere internazionali e nelle maglie dell’economia. In tal senso il testimone di Macaluso è stato raccolto dalla Cgil, che pone la legalità e la lotta contro la mafia tra i suoi obiettivi prioritari.

Resta irrisolta la questione meridionale, con un governo centrale sempre piuttosto disattento al rilancio del Sud, problemi annosi aperti e classi politiche, a partire da quelle regionali, irresolute. Macaluso riteneva che ci fosse debolezza nella politica e non assolveva il sindacato, che ha fatto sempre tesoro dei suoi suggerimenti. Nella critica indicava strade.  La politica purtroppo arranca. Quella regionale, mostra il volto di un’azione inadeguata, distratta, come se i problemi siciliani dovessero essere risolti da altri. Quella nazionale sta attraversando oggi, momento di grande difficoltà, momenti critici che appaiono surreali nella situazione data. Una situazione che Macaluso avrebbe continuato a guardare in maniera propositiva, con una capacità di analisi che solo chi ha percorso una lunga e difficile strada sa avere.


*segretario generale Cgil Sicilia