Si è è svolto oggi, venerdì 15 gennaio, in videoconferenza, con il Mise l’incontro sulla reindustrializzazione di Industria italiana autobus, che coinvolge 521 lavoratori degli stabilimenti di Bologna e Flumeri (Avellino). Presenti le Regioni Campania e Emilia Romagna, Invitalia e i vertici aziendali. L’amministratore delegato ha presentato l’aggiornamento degli obiettivi del piano industriale e l’analisi della situazione attuale e sugli sviluppi futuri. L’azienda è passata da una produzione di 28 veicoli nel 2018 ad oltre 200 del 2020, guadagnando circa il 40% della quota del mercato italiano. Sono state messe in sicurezza le linee di credito attraverso gli accordi con gli istituti bancari e il prestito di circa 20 milioni garantito da Sace.

"Il riavvio delle produzioni negli stabilimenti italiani ha permesso la chiusura degli ammortizzatori sociali e nuove assunzioni in particolare di lavoratrici e lavoratori giovani. L’aumento della produzione ha sostenuto anche il relativo indotto che gira attorno ai due stabilimenti. L’uscita dall’emergenza nella quale l’azienda era precipitata è stata merito dell’intervento delle istituzioni ma anche del ruolo svolto dalle lavoratrici e dai lavoratori e degli importanti accordi sottoscritti con le organizzazioni sindacali, da ultimo quello sul Fondo nuove competenze. Il rischio però all’orizzonte è che la strada del rilancio possa avere una pesante battuta d’arresto, infatti il portafoglio ordini garantisce la produzione fino a maggio di quest’anno e l’assenza di volumi produttivi avrà ricadute sull’occupazione e sulla liquidità necessaria anche agli investimenti sul piano tecnologico", dichiarano Simone Marinelli, coordinatore nazionale per la Fiom Cgil, Sandra Ognibene segretaria Fiom Bologna e Giuseppe Morsa, segretario generale Fiom Avellino.

"C’è urgente bisogno di far ripartire le gare pubbliche e di sfruttare al meglio tutti gli strumenti messi a disposizione dalle Regioni e dal Governo per investire e stare al passo con i cambiamenti del mercato sia dal punto di vista di prodotto, con la ricerca e lo sviluppo verso l’elettrico e l’idrogeno, ma anche sui servizi post vendita, attività sempre più fondamentale per poter competere nel mercato italiano e aprire spazi in quello europeo. Inoltre, deve concludersi in più rapidamente possibile la messa in sicurezza dello stabilimento di Bologna per garantire la salute e la sicurezza delle lavoratrici e dei lavoratori. Il sostegno delle Regioni Campania ed Emilia-Romagna non basta ad assicurare il rilancio dell’azienda, occorre una forte sinergia tra Stato, Regioni e Comuni affinché venga gestita la fase di transizione con i tempi giusti e vengano avviati bandi per la sostituzione delle flotte pubbliche, sostenendo la filiera italiana anche attraverso investimenti pubblici per riportare le produzioni in Italia", proseguono i tre dirigenti sindacali.

Per questo, la Fiom ritiene "necessario che si aprano tavoli di coordinamento tra azienda, conferenza Stato-Regioni ed Anci, e tra Consip e Busitalia, con il coinvolgimento delle organizzazioni sindacali e valuta positivamente l’impegno del Mise in tal senso, ma occorre muoversi con estrema celerità. Va mantenuta alta l’attenzione poiché i prossimi mesi saranno cruciali per il rilancio e il consolidamento dell’azienda, che vede nel suo capitale la partecipazione pubblica e che deve essere supportata dalle istituzioni con le giuste sinergie. La strada intrapresa va nella direzione giusta, ma c’è bisogno di stringere i tempi sugli investimenti e di maggiore condivisione e partecipazione delle lavoratrici e dei lavoratori alle scelte strategiche”.