Dopo una lunghissima fase di ‘rullaggio’, durata mesi, la newco Alitalia Ita (questa la denominazione della nuova società) ha finalmente acceso i motori della fase operativa, grazie al relativo decreto approvato dal governo nella tarda serata di venerdì 9 ottobre (il quarto della serie, che segue il ‘Cura Italia’ di marzo, il ‘Rilancio’ di maggio e il decreto ‘Agosto’). Il che, però, non significa decollo immediato. Per quello, ci vorrà ancora del tempo, e verosimilmente la nuova compagnia aerea pubblica, costituita a giugno dal ministro dell’Economia Gualtieri con un capitale iniziale di tre miliardi, sarà pronta e attiva sul mercato non prima del 2021.

Per ora, c’è l’intesa politica all’interno della maggioranza di governo sulla composizione di tutte le poltrone da assegnare nel nuovo consiglio di amministrazione (i cui membri salgono da sette a nove) e sulla costituzione della newco, agli ordini del presidente Caio e dell’amministratore delegato Lazzerini, entrambi designati il 29 giugno scorso dal presidente del Consiglio Conte. Mentre per gli 11.000 dipendenti della compagnia in amministrazione straordinaria è in arrivo una nuova richiesta di ammortizzatori sociali: dovrebbe essere prolungata per un altro anno la cassa integrazione straordinaria che attualmente coinvolge a rotazione quasi 7.000 dipendenti, in scadenza il 31 ottobre (e con decorrenza dal 24 marzo scorso).

I sindacati sono soddisfatti per l’approvazione del provvedimento del governo. “La costituzione della newco è un passaggio fondamentale per l’avvio di tutta l’operazione – afferma Fabrizio Cuscito, segretario nazionale Filt Cgil, responsabile del trasporto aereo -. Ci sembrano positive alcune scelte all’interno del Cda che esprimono anche competenze del settore. Permane la preoccupazione per la complessità della situazione e per i 7.000 lavoratori in cigs. Per rendere operativa l’azienda serviranno diversi mesi e nel frattempo si continuano a bruciare risorse, si cancellano voli e la compagnia è praticamente ferma. Per questo, adesso ci aspettiamo una serie di interventi rapidi e incisivi da parte di tutti i soggetti coinvolti. Ulteriori perdite di tempo, infatti, potrebbero vanificare l’operazione di salvataggio, con il rischio di pesanti ricadute sui lavoratori. Siamo già in ritardo e la situazione, ogni giorno che passa, diventa disperata. Se non si interviene tempestivamente, c’è il rischio della perdita del lavoro per i dipendenti di Alitalia e dell’indotto”.

Dunque, prioritario ora è avviare un lavoro di squadra con la creazione di una cabina di regia, che coinvolga quattro ministeri (Economia, Trasporti e infrastrutture, Sviluppo economico e Lavoro), la dirigenza newco, il commissario straordinario Leogrande e le parti sociali. “C’è bisogno di una sede di confronto permanente tra ministeri interessati e le organizzazioni sindacali per avere la consapevolezza della complessità di tutti gli interventi che servono per la partenza e la messa in sicurezza della compagnia di bandiera – sostiene il dirigente sindacale -. A questo punto, il tempo è davvero prezioso. La compagnia è bloccata a causa del Covid-19, ma anche per colpa delle scelte sbagliate ad opera della gestione commissariale, rispetto alla cancellazione di tratte e all’assottigliamento delle rotte, soprattutto a dimensione intercontinentale, dove oggi permane solo il collegamento Roma-New York, peraltro diminuito di frequenza e funzionante solo a giorni alterni”.

Tutto questo, mentre le risorse a disposizione si assottigliano ogni giorno di più e, di contro, aumentano le perdite. Nel 2019 Alitalia aveva i conti in rosso per 600 milioni, mentre nei primi sei mesi di quest’anno, contrassegnati dall’emergenza Coronavirus, ne ha bruciati 427 a livello operativo (Ebit), secondo la relazione inviata dal commissario unico al Parlamento, lasciando per strada anche oltre due miliardi di fatturato (calcolati fino al 30 settembre). In cassa, sono rimasti 260 milioni in tutto, compresi i 199 di indennizzi Ue per il Coronavirus, con Leogrande che ha già bussato alla porta del Governo per chiederne altri 150 per continuare a volare.

Oltre alle perdite elevatissime, la nostra compagnia di bandiera sta incassando pochissimo: nel primo semestre 2020 i ricavi sono crollati del 62%, passando da 1.444 a 544 milioni. Il disastro del trasporto aereo su scala mondiale, provocato dalla pandemia, ha generato un vero e proprio sconquasso: la Iata (l’organizzazione mondiale del trasporto aereo) ha calcolato che a fine anno tutte le compagnie avranno perso nel complesso 84,3 miliardi, dopo un decennio consecutivo di performance di utili.  

L’emergenza sanitaria ha in parte coperto i problemi di Alitalia, che era in crisi già da prima. Attualmente, i voli effettuati risultano sporadici, con una flotta ridotta a un centinaio di aerei (di cui solo 26 destinati al lungo raggio), peraltro per due terzi in leasing. Le aeromobili in dotazione diminuiscono costantemente e nei prossimi mesi potrebbero costringere l’amministratore unico a ridurre ulteriormente l’offerta sul mercato, per via della scadenza dei contratti di noleggio, alcuni troppo costosi, e anche per le manutenzioni obbligatorie da effettuare su molti velivoli.

Insomma, sono ancora tanti gli ostacoli che si frappongono al varo della nuova compagnia. Finora, senza il via alla newco, non poteva essere messo a punto il piano industriale, passaggio indispensabile per l’inizio della fase operativa della nuova società. “Ci attendiamo un piano industriale solido, sostenibile e di sviluppo, che tuteli tutti i posti di lavoro”, precisa Cuscito. Una volta redatto, il piano dovrà essere approvato dal Cda e poi inviato alle Commissioni parlamentari competenti, che avranno trenta giorni di tempo per dare un parere. Ma Alitalia potrà funzionare solo a seguito delle valutazioni di Bruxelles, sotto la lente della commissaria Ue per la concorrenza Vestager. La Commissione europea, infatti, ha chiesto una discontinuità economica fra la vecchia e la nuova società. Il punto chiave è quello degli aiuti di Stato - illegali per la normativa dell’Unione -, essendo in ballo tre miliardi di soldi pubblici per la ricapitalizzazione della newco.

“In ogni caso, le prossime settimane saranno decisive – conclude l'esponente Filt -: bisogna capire come si lavorerà e se saranno a rischio o meno anche gli stipendi dei dipendenti. Il percorso da fare è lungo e difficile, ma è una strada obbligata, pena il fallimento di tutta l’operazione”.

Sempre a proposito di trasporto aereo, per martedì 13 ottobre la Filt ha organizzato una tavola rotonda dove si ragionerà dell'impatto dell’emergenza sanitaria sul settore e della crisi conseguente, dei necessari interventi di sostegno anche a livello europeo, della questione degli ammortizzatori sociali, del futuro delle compagnie aeree e di tutte le aziende del comparto. Introduce e partecipa ai lavori il segretario nazionale Filt Fabrizio Cuscito, assieme ad altri esponenti ed esperti del settore. Sarà possibile seguire l’evento in diretta streaming su Collettiva e sulla pagina Facebook della Filt.