Oggi (25 settembre) migliaia di studenti si sono mobilitati in tutta Italia "contro un rientro a scuola fallimentare: occorre investire sulla scuola non lasciando più indietro nessuno. Siamo studenti, docenti e genitori uniti per costruire una scuola migliore". Così in una nota di Uds e Link. “La scuola è in ginocchio: la pandemia ha fatto scoppiare i problemi che la scuola subisce da anni - dichiara Alessandro Personè dell’Unione degli studenti -. Oggi abbiamo manifestato in tutto il Paese perché vogliamo che il governo e la ministra ci ascoltino per costruire un piano di ripartenza in sicurezza ed in presenza dando una prospettiva chiara di innovazione radicale della scuola”

“I primi giorni di scuola sono stati un banco di prova sconvolgente: trasporti insufficienti, lavori di edilizia mai partiti, organico mancante e didattica a distanza - aggiunge  Personè -. Il 13% degli studenti ha abbandonato gli studi durante il lockdown e ora serve un cambio di passo forte per rispondere ai tassi di dispersione scolastica e povertà educativa in aumento. Il governo deve investire sulla scuola pubblica: i 209 miliardi del Recovery Fund devono servire per costruire insieme un nuovo modello di scuola che possa garantire il diritto allo studio e la gratuità durante la crisi economica che stiamo vivendo”.

“Domani, 26 Settembre, saremo a Roma con Priorità alla scuola, docenti e genitori, uniti per dare un messaggio forte: vogliamo che la riapertura del Paese inizi dall’istruzione e la ricerca per non lasciare indietro nessuno e costruire una società più giusta, che abbatta le disuguaglianze”, conclude.

Così anche Camilla Guarino, coordinatrice di Link coordinamento universitario, dichiara: "Come studenti universitari oggi ci siamo attivati negli atenei e nelle piazze delle nostre città insieme agli studenti medi, verso la manifestazione del 26 settembre alla quale anche l'università sarà presente. Nei nostri atenei esistono ancora molti problemi: al distanziamento che riduce la partecipazione in presenza alle lezioni si aggiungono i problemi legati all'accessibilità agli studi per studenti e studentesse. Per questo oggi occorre rendere l'istruzione e l'università completamente gratuite, attraverso le risorse del recovery fund, affinché istruzione ricerca siano delle priorità per il nostro Paese."