Le scuole hanno riaperto i battenti ormai quasi in tutta Italia, ma a L'Aquila, da dieci anni a questa parte, il suono della campanella rimane il momento cruciale in cui fermarsi e confrontarsi con la realtà lasciata in eredità dal sisma del 2009. Come è noto, la ricostruzione del patrimonio pubblico della città rimane saldamente lontana dall'essere realizzata e sono proprio i plessi scolastici a presentarsi ai nastri di partenza ancora una volta in una situazione di generale inadeguatezza.

Nel capoluogo abruzzese, il nuovo anno scolastico si apre con l'aggravio della normativa anticovid che non manca  – anche qui – di generare confusione nelle famiglie quanto tra gli operatori. Sanificazioni, mascherine, distanze obbligatorie prescritte nelle classi che scompaiono improvvisamente appena si monta su un autobus. Ancora troppi gli interrogativi senza risposte: dalla carenza di personale all'inefficienza dei trasporti, dalle aule pollaio all'inadeguatezza degli edifici scolastici. Motivo che nel pomeriggio ha spinto sindacati, rappresentanti degli studenti, genitori e associazioni a sfidare la pioggia per manifestare davanti alla sede della Prefettura.

"Ricostruire la scuola doveva essere una priorità sociale per i nostri amministratori – spiega Miriam Del Biondo, segretaria generale della Flc dell'Aquila – perché l'istruzione, integrata in un progetto sociale di città, partecipa alla definizione stessa della comunità locale. Nell'ultimo anno, in Abruzzo si sono perse quasi 1800 iscrizioni, 373 nella sola provincia aquilana. Un'intera generazione di alunni ha frequentato soltanto i Musp (moduli a uso scolastico provvisori, ndr), gli altri convivono con edifici non sicuri, non adeguati alla didattica che le nuove sfide sociali ed economiche ci impongono. Poi – sottolinea ancora Del Biondo – in città abbiamo il caso emblematico del liceo Cotugno, dal 2017 considerato non sicuro e per questo diviso in cinque sedi sparse per il territorio.

"Le politiche di definanziamento hanno portato alla creazione di classi pollaio che costringeranno alla didattica a distanza una parte significante della popolazione studentesca – ricorda in nota l'Unione degli Studenti dell'Aquila, insieme al coordinamento universitario Link – . Chiediamo un sistema di trasporti gratuito ed efficiente, più investimenti sulla formazione e soprattutto che venga messo un freno alla dispersione scolastica, frutto dell’inaccessibilità dell’istruzione". "La pandemia ha messo in luce problematiche che da anni denunciamo – conclude il comunicato –  sono necessari investimenti massicci nei luoghi della formazione e per questo è fondamentale utilizzare le risorse del Recovery fund per garantire accessibilità e gratuità dell'istruzione, per risolvere la problematica dell'abitare, per garantire trasporti ed edifici sicuri.

Domani (sabato 26 settembre) a Roma, l'appuntamento nazionale con il comitato Priorità alla scuola. Alle 15.30, studenti, insegnanti e genitori saranno presenti in piazza del Popolo per protestare contro le carenze del sistema scolastico emerse in questi primi giorni di ripresa delle attività. La manifestazione (che si potrà seguire in diretta sul nostro sito Collettiva.it), oltre a raccogliere l'adesione dei principali sindacati del comparto, prevede la partecipazione di centinaia di associazioni e realtà di movimento.

 

 

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