Importante appuntamento ieri a Teramo presso la sala polifunzionale della provincia dove Cgil Cisl e Uil del territorio hanno presentato all'Assemblea dei sindaci “Le nostre Idee per il Futuro della provincia di Teramo”.

Una piattaforma voluta dalle organizzazioni sindacali per offrire al territorio un contributo di idee e proposte con le quali affrontare le difficoltà e le fragilità che sul piano sociale, economico ed infrastrutturale, incombono su questa provincia. 

L’obiettivo era e resta quello di aprire un “laboratorio progettuale” con la costituzione di specifici tavoli sui diversi settori, industria, turismo, infrastrutture, edilizia, sanità, aree interne, welfare con la partecipazione dei rappresentanti di istituzioni, imprese, lavoratori e Università.

Un’impostazione con la quale si arrivi, con azioni e tempi codificati, all’elaborazione di una vera e propria proposta progettuale provinciale, condivisa e partecipata, con la quale aprire una concreta fase di rilancio del territorio.

La proposta è stata raccolta dall’assemblea ed inserita in una delibera votata all’unanimità. Di fatto, un documento programmatico che individua un modello di lavoro per mettere insieme sindaci, parti sociali e istituzioni pubbliche, per arrivare già a settembre con una prima visione programmatica.

Oltre agli interventi iniziali dei segretari provinciali della Cgil, della Cisl e della Uil rispettivamente Giovanni Timoteto, Fabio Benintendi, Fabrizio Truono, sono stati molti e articolati gli interventi, tra cui quello del sindaco del capoluogo, Gianguido D'Alberto. 

Per Giovanni Timoteo, segretario generale della Cgil provinciale: "Questo territorio non ha saputo competere negli ultimi decenni, anche prima delle recenti calamità. La sua debolezza di sistema vierne da lontano. Continuiamo a registrare un grande, diffuso, vivace spirito d’iniziativa imprenditoriale, ma senza una sufficiente capacità di cooperazione per affrontare le sfide della competizione globale. In questo quadro il lavoro è diventato più povero e precario facendo mancare al territorio la fiducia sulla prospettiva. Dai sindaci deve e può arrivare un modello ed un esempio di cooperazione  per invertire la rotta, fissando obiettivi possibili con progetti credibili e con un impegno evidente e misurabile. In un tempo nel quale viene messo in discussione il nostro modello di convivenza, non è accettabile ritornare alla pratica dei cortili ma bisogna saper mettere in campo una visione collettiva dello sviluppo e lavorare in quella direzione. A nostro avviso Le nostre idee per il futuro della provincia di Teramo sono un contributo importante per avviare questa fase. Intanto, da subito, per esempio, dobbiamo chiedere la rimodulazione di quelle risorse dell’area di crisi complessa (circa 10 milioni) non utilizzate, anche perché i criteri per partecipare ai bandi non erano adeguati alle esigenze del territorio. Sarebbe una prima iniziativa ma anche un messaggio per l’interno e l’esterno del territorio di un nuovo protagonismo collettivo con il quale essere  promotori delle proposte che ci riguardano".