“Chiaramente vorremmo leggere e approfondire in maniera complessiva il testo. Poi potremo dare un giudizio di merito su una soluzione che finalmente sembra essere arrivata dopo settimane. Una cosa è certa, però: il termine semplificazione non può e non deve corrispondere a una logica di liberalizzazione selvaggia”. Sono queste le prime parole che Giuseppe Massafra, segretario confederale della Cgil, pronuncia a commento del varo da parte del cdm del dl Semplificazioni. 

Il governo dà quindi il via a 130 opere definite “strategiche per il Paese”. Ci sono rischi? 

L’importante è che il decreto semplificazioni si occupi davvero di semplificare le procedure senza mettere in discussione il Codice degli appalti che ,come ha ricordato l’Anac non molto tempo fa, non ha certo bloccato i cantieri. La certezza normativa, che è uno degli elementi che dovrebbe essere rafforzato nelle pubbliche amministrazioni, permette di intervenire per sbloccare le opere, e di fatto già offre spazi per affrontare in maniera spedita l’esigenza di far ripartire il Paese. Questo elemento per noi è centrale, insieme a quello che riguarda il rispetto della legalità, della trasparenza  e della e correttezza tra istituzioni e imprese.

Il presidente del consiglio Conte ha parlato in conferenza stampa di un rafforzamento dei protocolli di sicurezza. Si aprono spazi di confronto con le parti sociali?

Ha fatto riferimento a delle intese, ed è un bene. Ma noi il confronto pretendiamo di esercitarlo. Perché abbiamo la necessità di ribadire alcuni concetti. In primo luogo che non può esserci alcuno sconto sulla legalità. Questo è possibile solo vincolando i protocolli ad accordi con le parti sociali. Va bene che ci sia un processo di miglioramento e digitalizzazione delle banche dati per avere accesso alle informazioni su chi partecipa agli appalti, ma non ci si può sottrarre al processo di confronto e negoziazione con le parti sociali per ogni appalto, nella cornice del rispetto delle norme. A partire da quelle antimafia.. 

Il rischio però è sempre lo stesso: che a pagare il prezzo della ripartenza siano i lavoratori. 

Esattamente. Il sistema non deve scaricare le proprie difficoltà sul lavoro e sulla sicurezza del lavoro. Il fatto che ci sia stato un intervento per ripristinare il Durc è fondamentale. così come che non si siano liberalizzati i subappalti. Perché è lì, in quelle logiche perverse, che si creano gli spazi per scaricare i costi sul lavoro. 

Restano ancora dei nodi da sciogliere?

Certo, i più grossi sono l’aumento dei tetti entro cui si può affidare un appalto senza bando di gara o con procedura negoziata a chiamata diretta. Poi c’è la questione dei commissari: in quali casi se ne farà uso? Come? Sono questi solo alcuni dei temi su cui bisognerà ragionare e vigilare nel confronto che vogliamo si apra. La trasparenza e la correttezza passano dalla capacità di attrezzare le stazioni appaltanti con processi chiari, visibili e facilmente leggibili. Sono battaglie dirimenti che portiamo avanti da sempre. Siamo scesi in piazza per combattere la logica dello Sblocca-cantieri, ora faremo in modo che quella stessa logica non torni in questa fase di emergenza.