“Nel settore degli appalti, lavori, servizi e forniture, l’innovazione e la semplificazione, necessarie per rilanciare la competitività del Paese, possono avere luogo assumendo una politica di rigore e chiarezza, non certo attraverso scorciatoie inutili e dannose”. È netta la presa di posizione dei segretari confederali di Cgil (Giuseppe Massafra), Cisl (Andrea Cuccello) e Uil (Tiziana Bocchi): “Se la legge ‘sblocca cantieri’ ha di fatto avuto l’effetto opposto rispetto ai principi enunciati, rendendo ancora più incerto il quadro legislativo, riteniamo necessario non incrementare questa incertezza con nuove regole, ma, al contrario, aggiornando il Codice sugli aspetti della semplificazione per dare immediato impulso alla ripartenza”.

I sindacati evidenziano la necessità di intervenire sulle “semplificazioni procedimentali ante-gara”, sull’emissione di un’unica autorizzazione per l’avvio dei lavori (“oggi per la stessa opera – spiegano Cgil, Cisl e Uil – servono circa 40 autorizzazioni) e sulla riduzione e qualificazione delle stazioni appaltanti, che andrebbero ridotte “dalle attuali 35 mila a 1.500”. Massafra, Cuccello e Bocchi sollecitano anche la digitalizzazione della pubblica amministrazione, la definizione dell’elenco delle opere prioritarie da realizzare tra governo e Regioni, nonché investimenti strutturali in aggiunta alle risorse dei Fondi strutturali europei”.

Cgil, Cisl e Uil ritengono sia necessario “evitare un’utilizzazione generalizzata e immotivata dei commissari straordinari e, ove previsti, rendere vincolante il confronto con le parti sociali, rafforzando i protocolli di legalità”. Altre misure ritenute indispensabili sono “l’applicazione obbligatoria del Durc sulla congruità della manodopera” e l’abbandono dell’affidamento diretto dei lavori e il ricorso all’offerta al massimo ribasso.

“Applicando queste modifiche – concludono i sindacati – direttamente al testo originario del Codice degli appalti (d.lgs. 50/2016), abrogando lo ‘sblocca cantieri’ e la filosofia che lo accompagna, che in parte sembra condizionare anche la discussione di questi giorni quando si parla di sanatorie, condoni e affidamenti senza bandi di gara fino a importi molto elevati, garantiremmo quell’impulso necessario alla ripartenza del Paese, in termini di qualità, sicurezza e legalità”.