Tra i 57 cavalieri al merito della Repubblica, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha voluto conferire l’importante riconoscimento a quanti si son distinti nella lotta contro il Covid e tra di loro c’è Rosa Maria Lucchetti, cassiera dell’Ipercoop Miralfiore di Pesaro. Ma chi è Rosa Maria Lucchetti e cosa ha fatto per ottenere un titolo così importante? Lo abbiamo chiesto direttamente a lei per scoprire che un piccolo gesto può avere un grande valore e la generosità di una persona brillare come una luce nel buio dei mesi terribili della pandemia quando operatori della sanità ma anche il personale dei supermercati hanno continuato a lavorare per l’interesse di noi tutti.

Rosa Maria, sposata, e madre di una figlia, lavora alle casse dell’ipermercato da circa 20 anni. “Amo il mio lavoro, mi piace sentirmi utile ma sono una persona semplice. Ho sentito il desiderio di fare qualcosa per gli operatori del 118, niente di grande, un gesto, qualcosa per loro”. La sera del 22 marzo, Rosa Maria scrive una lettera agli operatori del 118. Tra loro c’è una persona che conosce. Il giorno successivo la contatta per consegnargliela assieme a tre buoni spesa del valore di 250 euro.

Pesaro è una città duramente colpita dal Covid – e in quei giorni terribili il suono delle ambulanze è incessante, ferisce le orecchie e il cuore, con tutto il suo carico di angoscia, paura, smarrimento e dolore. “Al lavoro mi sono sempre sentita al sicuro – racconta Rosa Maria –  e molta gente prendeva letteralmente d’assalto il supermercato come se temesse di restare senza cibo, come se fossimo in guerra. Io ho cercato di rassicurare i clienti dicendo loro che non avremmo mai chiuso e che i prodotti non sarebbero mai mancati. Ho visto tante persone venire anche più volte a fare la spesa e questo mi ha fatto riflettere. Finito il mio lavoro tornavo a casa ma non volevo seguire i telegiornali, non ero spaventata dal Coronavirus, mi sentivo utile - ma negli occhi di tanta gente leggevo la paura”.

Quel “piccolo gesto” però non è passato inosservato. La lettera di Rosa Maria Lucchetti viene appesa ad una porta della sala dove il personale del 118 di Pesaro si ferma per riposare un po’ dai turni e le corse continue. Una troupe della Rai che si trova a Pesaro per raccontare le difficoltà della gestione della pandemia filma quella lettera e ne parlano anche i giornali. Ma Rosa Maria ancora una volta pensa che il suo gesto sia veramente piccolo e ripete: io non fatto niente. Non è così perché il 2 giugno il capo dello Stato decide di premiare chi si è distinto nella lotta al Covid-19, tra i quali anche  Rosa Maria Lucchetti, cassiera dell’Ipercoop di Pesaro.

“Era il 3 giugno - racconta - quando il mio telefono inizia a squillare. Non capivo perché arrivavano tante telefonate da numeri sconosciuti. Non lavoravo quel pomeriggio. Qualcuno mi ha detto ‘complimenti cavaliere’ ed io ho risposto che avevano sbagliato numero”. Poi finalmente le spiegano che era stata nominata cavaliere della Repubblica. Non  riusciva a crederci. “Mi ha telefonato il direttore della Coop e a quel punto mi sono messa a piangere. Ero commossa e l’unica cosa che riuscivo a fare era piangere. Mai e poi mai avrei pensato a un riconoscimento tanto grande”.

La notizia rimbalza velocemente quel giorno, tutti la chiamano, vogliono intervistarla oppure congratularsi. Al lavoro nel frattempo preparano una piccola festa. “Ero davvero emozionata ma una cosa la voglio dire: questo titolo io lo dedico ai miei genitori adottivi, che non ci sono più. In quei giorni pensavo spesso a loro, in particolare a mio padre e questo è il senso che ho dato al riconoscimento che il presidente della Repubblica  ha voluto conferirmi:  l’ho interpretato come la conferma che mio padre è sempre accanto a me”.

Abbiamo chiamato i medici e gli infermieri eroi, abbiamo anche ricordato il lavoro di chi ci ha garantito il cibo ogni giorno come Rosa Maria Lucchetti: “No, non c’è niente di eroico nel lavoro che abbiamo fatto - dice - è Il nostro dovere. Il personale sanitario invece lavora per curarci e per salvarci la vita non solo nell’emergenza ma tutti i giorni ed è per questo che li ringrazio”.

“Voi del 118 correte alla velocità della luce per cercare di non spegnere quella luce che Dio ci ha donato - si legge nella lettera - Io cassiera sento il Bip del prodotto passato, voi invece siete Angeli perché la prima cosa che fate è ascoltare il Bip del cuore di ognuno di noi e siete i primi a soccorrerci, siete la macchina più bella e utile al prossimo”.