Mentre l’Aula di Montecitorio dava il via libera al Dl Liquidità, la Commissione Bilancio della Camera dei Deputati ha cominciato le audizioni delle forze sociali sul Dl grande come 3 leggi di bilancio, 55 miliardi in termini di indebitamento, 155 in termini di saldo netto da finanziare. Assolutamente indispensabile vista la gravità della crisi economica scatenata da quella sanitaria. Gianna Fracassi, vice segretaria generale della Cgil, Luigi Sbarra, segretario generale aggiunto della Cisl, e Pier Paolo Bombardieri, segretario generale aggiunto della Uil, hanno sottolineato la necessità del provvedimento, l’importanza degli interventi a sostegno del reddito dei lavoratori e delle lavoratrici anche se vanno corrette alcune criticità a cominciare da quella del buco temporale tra le settimane di cassa integrazione Covid-19 che rischia di lasciare scoperti molti dipendenti nei mesi estivi. Bene gli interventi sulla sanità benché le risorse stanziate siano insufficienti a garantire una piena riorganizzazione del Sistema sanitario nazionale.

Positiva, ovviamente, la filosofia del sostegno alle imprese anche se le modalità andrebbero riconsiderate. I tre dirigenti sindacali si sono più lungamente soffermati su ciò, che ha loro giudizio, andrebbe modificato in sede di conversione parlamentare del Decreto. Secondo Gianna Fracassi “il provvedimento ha in sé tre forti criticità. La prima riguarda la cancellazione del saldo e dell’acconto dell’Irap a tutte le aziende fino a 250 milioni di fatturato, quindi praticamente a tutte. È incomprensibile come in piena pandemia si decida di bloccare proprio l’imposta che finanzia il Ssn. È invece necessario avviare una riforma fiscale che rafforzi la redistribuzione a favore di lavoratori e pensionati, rafforzi la progressività, contrasti l’evasione e l’elusione fiscale”.

La seconda criticità, per la vice segretaria generale della Cgil, è forse la più grave ed è rappresentata "da ciò che manca. Contrasta il titolo attribuito al Decreto, Rilancio, con il contenuto delle misure. In realtà si fa fatica ad individuare la strategia complessiva, la pianificazione e progettazione di interventi finalizzati ad affrontare strutturalmente gli effetti economici della pandemia e il cambiamento di visione sul versante dello sviluppo”.

Ed è sul versante del sostegno alle imprese che la Confederazione di Corso di Italia riscontra la terza criticità: “Sia il Dl Liquidità che quello in esame destinano al sistema delle imprese prevede una importante mole di risorse ma i provvedimenti introducono linee molto blande o in alcuni casi assenti di condizionalità. Non ci sono vincoli solidi e duraturi per evitare delocalizzazioni, ne sono richieste garanzie occupazionali, tracciabilità e contrasto all’evasione e all’elusione fiscale”.

Luigi Sbarra della Cisl ha ricordato che sono ben 9 milioni i lavoratori e le lavoratrici in cassa integrazione e poco meno di un terzo ancora non ha ricevuto il sostegno al reddito, “il fattore tempo è una priorità assoluta. Chiediamo uno sforzo ulteriore per accelerare l’erogazione delle risorse”. E ancora, esaminando il capitolo che riguarda lavoratori e lavoratrici, sia Sbarra che Fracassi che Bombardieri hanno sottolineato positivamente come nel Decreto siano state accolte le richieste dei sindacati rispetto all’ampliamento delle categorie da salvaguardare, a cominciare da colf e badanti, così come importante è aver inserito anche per i percettori del Fis gli assegni familiari.

Bene aver prorogato di altre nove settimane la Cassa integrazione Covid-19, ma le risorse destinate sono insufficienti e soprattutto chi sta a casa dai primi di marzo rischia di esaurire la cassa tra giugno e luglio. Il segretario aggiunto della Cisl è poi tornato sulla sanità: “Bisogna investire di più sulla medicina territoriale e di prossimità e occorre farlo in via strutturale non emergenziale. E preoccupa lo stralcio della norma sulla stabilizzazione dei precari”.

Anche Pier Paolo Bombardieri della Uil ha ribadito il giudizio positivo sulla cancellazione delle clausole di salvaguardia "ma è arrivato il momento di pensare ad una rimodulazione dell’Iva. Così come oltre 100 miliardi di evasione fiscale gridano davvero vendetta. Serve quindi un patto per il Paese che metta al centro le persone a cominciare dai più fragili”. Ed anche per il dirigente del sindacato di via Lucullo, al Paese serve una vera politica industriale. Ha fatto poi alcune sottolineature significative in previsione di correzioni al provvedimento che si augura il Parlamento possa fare: “Salute e sicurezza dei lavoratori è questione centrale ed allora servono risorse per ampliare i controlli, occorre assumere ispettori. E rimanendo in tema deve essere chiaro il nostro no ad un eventuale scudo penale sulla sicurezza sul lavoro che darebbe, per altro, un segnale di tana liberi tutti”.

All’unisono poi i sindacalisti hanno sottolineato come sia positiva la temporanea e parziale regolarizzane dei lavoratori migranti ma è soltanto un primo passo: “il provvedimento andrebbe innanzitutto esteso anche a quanti operano in edilizia e nella logistica. Ma soprattutto va esteso perché non è sufficiente il legame con la prestazione lavorativa. Occorre tutelare i diritti delle persone”.

La crisi sanitaria e la conseguente economica ha fatto esplodere le diseguaglianze aumentare la povertà. Seconda la segretaria confederale della Cgil "il Decreto non risponde alla drammaticità amplificata dall’emergenza. Non introduce le necessarie correzioni al Reddito di cittadinanza necessarie per non discriminare i cittadini stranieri e le famiglie numerose, non prevede nessun rafforzamento dei servizi sociali. Il Reddito di emergenza, per come è delineato non è una risposta sufficiente ad assicurare un sostegno adeguato a chi è o sta diventando povero”.

Fracassi, Sgalla e Bombardieri, infine ma non per rilevanza della questione, hanno sostenuto con forza che la vera leva per il rilancio dell’Italia sono gli investimenti pubblici, per infrastrutture materiali e immateriali, per creare lavoro e lavoro di qualità, per suscitare domanda interna indispensabile per far ripartire l’economia. Investimenti pubblici legati a politiche industriali in grado di accogliere la sfida del cambio di paradigma ambientale e dell’innovazione digitale.