Sfiora il 15 per cento la quota di genitori in condizioni socio-economiche più fragili che ha perso il lavoro a causa dell'emergenza Covid-19, oltre la metà in modo definitivo. I dati sono forniti da un rapporto di Save the Children sull’impatto dell’epidemia sulla povertà educative, condotto su un campione di 1000 minori e rispettive famiglie e nel quale si legge inoltre che più di 6 genitori su dieci hanno visto una riduzione temporanea del loro stipendio.  Le famiglie in condizione di vulnerabilità socio-economica che beneficiano di aiuti statali è quasi raddoppiata rispetto al periodo precedente il lockdown e si tratta di genitori che, nel 44% dei casi, sono preoccupati di non poter tornare al lavoro o cercarne uno perché i figli non vanno a scuola e non saprebbero a chi lasciarli.

Quindi il rapporto viene alla condizione che i minori stanno vivendo: circa 1 su 5 ha più difficoltà a fare i compiti rispetto al passato e, tra i bambini tra gli 8 e gli 11 anni, quasi 1 su 10 non segue mai le lezioni a distanza o lo fa meno di una volta a settimana. Quasi la metà delle famiglie con maggiori fragilità vorrebbe "le scuole aperte tutto il giorno con attività extrascolastiche e supporto alle famiglie” stesse”. Inoltre il 44,7% dei nuclei familiari ha dovuto ridurre le spese alimentari e il consumo di carne e pesce e, in molto casi, si tratta di genitori di bambini che usufruivano del servizio mensa scolastico a titolo gratuito proprio per le loro condizioni economiche. E ancora, il 21,5% delle famiglie non ha potuto comprare medicinali necessari o ha dovuto rinunciare alle cure mediche necessarie per mancanza di soldi, un nucleo su tre ha dovuto rimandare il pagamento delle bollette, uno su quattro anche quello dell'affitto o del mutuo.