Il motore del Paese tenta di rimettersi gradualmente in moto. Ma dopo 8 settimane di domiciliari forzati nessuno mostra grande entusiasmo all'idea di tornare sui mezzi pubblici. Molte le domande ancora senza risposta: Sarà sicuro? Sarà possibile garantire la distanza sociale? Quanto bisognerà attendere per salire in condizioni di sicurezza su un autobus o un vagone della metropolitana?

Nei giorni scorsi le categorie dei trasporti di Cgil, Cisl e Uil si sono confrontate con il Ministero per garantire migliori tutele a lavoratori e passeggeri. Obiettivo comune: far ripartire il servizio per evitare l'uso massivo dei mezzi privati e provare a risollevare la liquidità di aziende dei trasporti sull'orlo del collasso.

Per viaggiare la mascherina sarà obbligatoria, così come ci sarà l'obbligo di mantenere il distanziamento sociale. In alcune stazioni della metropolitana potrebbe venir rilevata la temperatura dei passeggeri. Sugli autobus, la zona del conducente - mascherina obbligatoria anche per lui - continuerà a essere delimitata fino alla prima fila di posti, mentre ai capolinea verrà garantita la sanificazione degli spazi. Naturalmente sarà consigliabile continuare a seguire le regole igieniche a lungo ripetute nella prima fase dell'emergenza, come starnutire nel gomito e lavarsi le mani. Tutte prescrizioni dettate dal buon senso per un Paese che non può permettersi il riacutizzarsi dei contagi.

Le aziende di trasporto chiedono deroghe sul metro di distanza da mantenere tra un passeggero e l'altro. Le casse delle società stanno risentendo e continueranno a farlo del calo dei biglietti e le norme indicate lascerebbero sfruttare la capienza dei mezzi solo per il 30%. Il Ministero dei trasporti si è impegnato a reperire risorse per il settore affinché si continui a garantire il servizio per i cittadini.

A Roma, i lavoratori temono che dal 4 maggio l'offerta di trasporto pubblico possa essere insufficiente rispetto alla domanda, con disagi soprattutto per le fasce della popolazione più colpite dalla crisi generata dal coronavirus. Ma già è necessario guardare avanti. Intanto continuando ad applicare il lavoro da casa in tutti i casi in cui sia possibile e pianificando un intervento per organizzare diversamente le attività produttive, commerciali, scolastiche e degli uffici pubblici per consentire una rimodulazione dei tempi della città limitando al massimo i picchi di affollamento.