Non ci sarà Maurizio Landini, segretario generale della Cgil, all'incontro convocato da Matteo Salvini per questa mattina al Viminale, con 43 sigle (almeno questo era il numero del precedente incontro del 15 luglio) in rappresentanza di parti sociali e associazioni varie. Non ci sarà, perché, come ha spiegato lui stesso, il confronto generale con il governo sulla manovra è andato in scena ieri, a palazzo Chigi, dove si è svolto il terzo round con il premier Conte sui temi di lavoro e welfare, dopo che nei primi due si era parlato di fisco e Mezzogiorno.

La Cgil al Viminale stamattina sarà comunque presente, con una delegazione guidata dalla vicesegretaria generale Gianna Fracassi, perché "quando un ministro ci convoca noi andiamo", pur non comprendendo però – come ha sottolineato lo stesso Landini – perché il vicepremier Salvini non abbia preso parte al tavolo della presidenza del Consiglio, dove c'era tutta la maggioranza. “Il tavolo sulla manovra è uno – ha osservato ancora il leader Cgil - ed è quello di Palazzo Chigi, lo ha ribadito anche Conte. Del resto una deve essere anche la manovra. Se poi hanno intenzione di presentarne due diverse, ci avvertano per tempo perché il Paese avrebbe un problema serio”.

Tra l'altro, all'incontro la Viminale dovrebbero essere presenti solo esponenti della Lega, come si evince dalla lettera di convocazione firmata dallo stesso Salvini.

La lettera di Salvini

E certamente, il ministro dell'Interno si presenterà al tavolo soddisfatto per l'approvazione nella tarda serata di ieri da parte del Senato (con voto di fiducia) del cosiddetto decreto sicurezza bis. Un decreto che, al contrario, Cgil, Cisl e Uil criticano aspramente: “La scelta è quella di continuare una guerra ideologica nei confronti dei migranti, infliggendo questa volta provvedimenti persecutori nei confronti di coloro che prestano soccorso – si legge in una documento firmato dalle tre sigle - Questa impostazione, contenuta negli articoli 1 e 2, rappresenta un fatto gravissimo sul piano etico, morale oltre che giuridico, perché criminalizza di fatto il salvataggio dei naufraghi”.

Cgil, Cisl e Uil spiegano di essere fermamente “contrarie al favoreggiamento dell’immigrazione irregolare e allo sfruttamento delle persone”. “Noi – scrivono - combattiamo lo sfruttamento, nei luoghi di lavoro, il caporalato in agricoltura e non solo, agendo nei territori, anche in quelli più dimenticati. Ma riteniamo che la vita umana vada salvaguardata e tutelata, che gli immigrati non possano essere riportati in Libia, dove tutti conosciamo il trattamento inumano nei campi di detenzione”.

Una seconda parte del decreto riguarda poi la gestione della pubblica sicurezza e la riforma del codice penale e prevede, per esempio, l’inasprimento delle sanzioni in occasione di reati commessi nel corso manifestazioni pubbliche e l’introduzione di misure restrittive che nei fatti scoraggiano l’organizzazione e la partecipazione a manifestazioni pubbliche. “L’impressione sempre più netta – scrivono ancora Cgil, Cisl e Uil – è che si attribuiscano poteri discrezionali atti a limitare libertà civili, o peggio che si voglia scientemente contrastare ogni forma di dissenso politico, attraverso l’inasprimento di misure tese a limitare ogni situazione che possa diventare occasione di contestazione”.

Al contrario, nel decreto manca tutto quello che i sindacati si sarebbero aspettati: niente per le forze di polizia, “oggi allo stremo a causa del mancato turnover, della mancanza di mezzi, delle cattive condizioni di lavoro in cui sono costretti a operare”. E niente per i vigili del fuoco, che “avevano sperato di aver risolto gran parte dei loro problemi economici, contrattuali e di organico con il decreto sicurezza bis e sono invece rimasti delusi”.