"Conciliare e regolamentare con dei punti fermi, in modo organico, le problematiche ambientali, sociali e produttive dei distretti estrattivi, con ambiti d'intervento per la promozione della filiera produttiva locale e quindi per la creazione di nuovi posti di lavoro, per interventi incentivanti la sostenibilità delle attività di estrazione, con un giusto rapporto blocchi/derivati, anche attraverso il riuso delle materie seconde e degli scarti, secondo il principio dell’economia circolare; fissare una percentuale di materiale estratto a fronte dell'escavato, così da tutelare il bene paesaggistico e ambientale, prevedendo fin dal momento dell'autorizzazione come dovrà essere riconsegnato il sito al momento della cessazione dell'attività estrattiva, restituendolo, bonificato, alla fruizione della collettività, era quanto ci aspettavamo dalla nuova legge regionale sulle cave. Oggi, ad approvazione avvenuta, non abbiamo remore ad esprimere la nostra soddisfazione". Così, in una nota congiunta, Maurizio Brotini, segretario regionale con delega ad ambiente e territorio, e Simone Porzio, responsabile dipartimento ambiente e territorio, della Cgil Toscana.

"Siamo molto soddisfatti anche per il fatto che tutti i gruppi consiliari, sia di maggioranza che di opposizione, hanno recepito prima e approvato poi, all’unanimità, i contenuti degli emendamenti, presentati proprio dalla Cgil Toscana, in merito alla tutela del posto di lavoro (premialità per clausola sociale) e della regolarità retributiva a favore dei lavoratori del settore, in caso d'interruzione dell’attività estrattiva o di filiera a causa di inadempienze, cessazione dell’attività da parte dei datori di lavoro o per altre cause. Era necessario e urgente regolamentare un settore dove, di fatto, si è consentito l’utilizzo intensivo di un patrimonio naturale, pubblico, non riproducibile, a beneficio degli ingenti ricavi di pochi, con benefici minimali, in termini di redistribuzione delle ricchezze prodotte, per le comunità circostanti e con conseguenze negative sotto i profili del dissesto idrogeologico, paesaggistico e della sicurezza dei lavoratori del settore, in particolare nel distretto Apuano Versiliese", concludono i due dirigenti sindacali.