“Come abbiamo sempre auspicato, la collaborazione istituzionale è l’unica via per provare a chiudere in maniera corretta il ciclo dei rifiuti nella capitale e nel Lazio”. Così, in una nota, Natale Di Cola, segretario della Cgil di Roma e del Lazio. “Adesso, dopo i primi effetti positivi dovuti all'ordinanza della Regione Lazio e all’attività straordinaria di Ama per recuperare l’emergenza a Roma – continua –, non bisogna perdere l’occasione per mettere in campo soluzioni strutturali che portino a una gestione virtuosa dei rifiuti nella capitale e in tutta la regione. Emergenze come quella di queste settimane non sono più tollerabili”.

“Registriamo con grande favore l’apertura di Acea a intraprendere una partnership industriale con Ama per costruire gli impianti necessari a chiudere il ciclo dei rifiuti nella nostra regione – spiega Di Cola –. Non ci stancheremo mai di ripeterlo: servono investimenti e un governo pubblico per invertire la rotta su un settore strategico per lo sviluppo dell’economia. Avere impianti di proprietà pubblica in numero congruo a rendere autosufficiente l’area metropolitana di Roma e l’intera regione Lazio per tutte le frazioni merceologiche, compreso il residuo che va negli impianti di smaltimento, permetterebbe di aumentare la redditività delle aziende già presenti e renderebbe autonome dai privati le aziende pubbliche del settore. Per favorire le aggregazioni di aziende o settori di attività c’è bisogno di una cabina di regia che coinvolga la Regione e tutti gli altri enti locali, partendo da Roma Capitale”.

La Regione dunque “non si limiti esclusivamente a un'azione regolatrice: può avere un ruolo determinante per stimolare soluzioni gestionali positive, così come avvenuto per Lazio Ambiente. L’autosufficienza in termini di impiantistica renderebbe anche sostenibile l’indispensabile sviluppo della raccolta differenziata”.

Il sindacalista quindi prosegue: “Investire sulla chiusura del ciclo dei rifiuti stimolando la formazione di aziende pubbliche o partnership tra aziende pubbliche per la chiusura del ciclo porterebbe effetti benefici alle comunità in termini ambientali e sociali con una conseguente diminuzione dei costi delle tariffe e maggiori garanzie per i lavoratori impegnati. Le istituzioni non perdano questa occasione. La crisi dei rifiuti le ha unite nell’emergenza. Si lavori adesso per costruire azioni di lungo periodo che riportino sotto l’egida del pubblico, anche nella nostra regione, un vero sviluppo dell’economia circolare”.