“Non c'è dubbio che c'è un linguaggio sessista crescente, e il sessismo è parente stretto del razzismo”. A dirlo è la responsabile delle Politiche europee e internazionali della Cgil nazionale Susanna Camusso, commentando il clima che si è creato attorno alla capitana della Sea-Watch Carola Rackete. “Il sessismo è stato sdoganato dalla politica: basti pensare che abbiamo un ministro dell'Interno che rispetto a una donna rom le augura di essere sterilizzata, quindi usa esattamente un linguaggio sessista, di proprietà dei corpi. Paradossalmente non stupisce ma indigna e preoccupa molto, perché riguarda la capitana Carola, ma ha già riguardato Laura Boldrini e Cecile Kyenge”.

Camusso evidenzia che “ogni volta che c'è una donna che si distingue per opinioni o per prese di posizione non c'è mai la critica politica o di merito, ma c'è sempre l'idea che bisogna violare il suo corpo. Il che è segno di un innescarsi di una violenza sempre peggiore, e la cosa che colpisce è la grande complicità degli uomini”. Il governo, continua l'esponente sindacale, “non ha levato una sola voce per dire che questo, a prescindere dal merito, non è il metodo con cui ci si può confrontare. Ma c'è un tema più generale di non indignazione, di non cogliere, da parte dell'universo maschile, il significato di questo riferirsi ai corpi e allo stupro come arma di guerra perché questo diventa. E ogni volta che non ci si indigna si è complici di questa modalità di voler escludere le donne dalla scena pubblica”.