È di questi giorni la notizia dell'aumento da parte di Egrib (Ente di governo per i rifiuti e le risorse idriche della Basilicata) delle tariffe dell'acqua con validità retroattiva per tutto il 2018. “Tale aumento peserà sul bilancio delle famiglie lucane per un 16% in più rispetto a quanto speso nel 2017 – afferma in una nota Pasquale Paolino, segretario generale dello Spi Cgil di Potenza –. Quindi, conguaglio da gennaio 2018: 4 centesimi in più nella fascia agevolata, 10 centesimi in quella da 110 a 246 metri cubi di consumo annui”.

Il sindacato dei pensionati stigmatizza l'atteggiamento di Egrib che, “senza alcun confronto con le forze sociali, decide non solo l'aumento delle tariffe ma anche la sua retroattività”. “Siamo convinti che i servizi essenziali devono essere accessibili a tutti a prezzi concordati e controllati – continua Paolino – e riteniamo che, quando si definiscono tariffe di servizi essenziali che per il loro costo incidono pesantemente sui bilanci familiari, sia indispensabile individuare con le organizzazioni sindacali le fasce di esenzione e le compensazioni per i soggetti più deboli, quali anziani, donne sole o famiglie mononucleari e monoreddito”.

“Tenuto conto che le risorse messe a disposizione dalla Regione Basilicata con fondi regionali – pari a 1 milione e 400 mila euro – erano indirizzate ai nuclei familiari in disagio economico e che, di queste risorse, sono stati utilizzati solo 400 mila euro per rispondere alle circa tremila richieste pervenute, di fatto è a disposizione un ulteriore milione di euro per andare incontro alle famiglie disagiate. Peccato questo particolare sia passato inosservato a chi di dovere, nell’indifferenza del governo regionale”, insiste il segretario Spi.

Per tali motivi lo Spi Cgil di Potenza chiede che immediatamente sia “revocato il provvedimento e sia aperto un tavolo di confronto con le organizzazioni sindacali e le associazioni dei consumatori”. Al presidente della giunta regionale, il sindacato dei pensionati chiede inoltre di “farsi carico della situazione e di aprire un confronto con tutte le parti sociali interessate al fine di ricercare la giusta soluzione che veda salvaguardate le fasce più deboli della popolazione”.