“La cosa più assurda è che mentre si consuma, ormai da due settimane, il dramma dei 42 migranti della Sea Watch, causato dal braccio di ferro del ministro degli Interni Salvini, che ha categoricamente vietato l’approdo della nave nei nostri porti, nel frattempo decine e decine di altri migranti, in mano agli scafisti, raggiungono le nostre coste senza che nessuno ne parli”. Così Giuseppe Massafra, segretario confederale Cgil, ai microfoni di RadioArticolo1.

Il paradosso è che ci si continua ad accanire contro le Ong, che hanno il compito dichiarato di salvare vite umane. "Viceversa, le navi dei trafficanti non hanno problemi e continuano a viaggiare indisturbate con i loro carichi d’immigrazione clandestina. Il tutto, con la complicità di dati numerici costruiti sul nulla, perché i clandestini presenti nel nostro Paese sono molto diminuiti nel corso degli ultimi anni. Insomma, quella messa in atto dal governo è soltanto un’operazione di propaganda, allo scopo di alimentare il conflitto sociale fra italiani e stranieri presenti nel nostro Paese”, ha osservato il dirigente sindacale.

“Il secondo grave problema è che Salvini e il governo italiano hanno gioco facile a comportarsi così, perché alle spalle c’è il silenzio assordante dell’Europa. Si costruisce consenso con l’odio, che si fomenta in ogni occasione verso gli stranieri. È qualcosa di veramente aberrante creare nemici inventati, come le Ong - coloro che esprimono solidarietà -, le istituzioni, l’Unione europea, l’Olanda, solo perché è il paese della bandiera dell’Ong. Il nemico è sempre qualcuno presso cui scaricare le proprie responsabilità, che nel caso dell’Italia sono del governo, incapace, in ventuno sedute del Consiglio europeo, di modificare l’accordo di Dublino che avrebbe sancìto le responsabilità dei singoli paesi in tema d’immigrazione”, ha proseguito il sindacalista.

Il ministro Salvini ha annunciato di voler innalzare un muro al confine della Slovenia, perché le rotte dei migranti stanno cambiando e arrivare via terra da Est. "Questo è un delirio, che sta segnando la nostra epoca, purtroppo, dopo le tante tragedie che hanno caratterizzato il ‘900, ora siamo ripiombati in quelle tristi situazioni. È una questione ancor prima che politica, economica e sociale, innanzitutto culturale. abbiamo bisogno di costruire una cultura del rispetto, della solidarietà, dell’umanità, che non possiamo certo disperdere”, ha aggiunto l’esponente Cgil.

“Tornando ai fatti di ieri, a me sembra che quello della comandante Carola Rackete sia stato un atto di legalità, perché innanzitutto questa trentunenne tedesca ha compiuto una scelta di vita ed ha portato i valori della nostra Costituzione nelle acque territoriali. Ha scelto di disobbedire a una legge profondamente sbagliata, in nome della difesa di un diritto più grande, che è per l’appunto la difesa del diritto umano. Lo ha fatto nel pieno rispetto degli accordi internazionali, del codice della navigazione, del diritto più antico della storia dell’uomo che è il diritto alla libera circolazione. Lo ha fatto mettendo 42 persone in salvo nell’unico porto sicuro, cosa che non si può dire dei porti libici o tunisini. Ha fatto una scelta giusta, importante, coraggiosa, riportando il nostro impianto legislativo a 70 anni fa. Una scelta che noi sosteniamo in maniera assoluta”, ha sottolineato Massafra.

“Abbiamo parlato di una resistenza attiva contro una legge disumana e senza scrupoli, e continueremo a manifestare, a fare iniziative e azioni dimostrative sul territorio per sostenere le Ong e tutte quelle realtà che si occupano di favorire l’accoglienza e l’integrazione. Stiamo costruendo una rete sul territorio per affermare un modello diverso, basato sulla solidarietà. Vogliamo arginare questa pesante deriva e difendere i diritti delle persone, di chi è più debole, di far valere la giustizia sociale, che, da sempre, è uno dei grandi temi che caratterizzano l’azione sindacale”, ha concluso il segretario confederale.