"Napoli e la sua provincia stanno attraversando uno dei momenti più delicati nella gestione dei rifiuti, dal momento della crisi del 2008. I quattro Stir sono in una situazione di evidente collasso, ormai sovraccarichi, con una ricaduta pesante anche sui lavoratori, costretti fino a 19 ore di attesa per poter scaricare i rifiuti, mostrando l'insufficienza di questi impianti a gestire in modo ordinario la raccolta. Ma temiamo fortemente che la situazione sia destinata a peggiorare con la chiusura per manutenzione della quarta linea del termovalorizzatore di Acerra, dove conferiscono attualmente 551 comuni". È quanto si legge in una nota diffusa dalla Camera del lavoro e dalla Funzione pubblica Cgil di Napoli.

"La chiusura per poco più di un mese dell'impianto - secondo Camera del lavoro e Fp Cgil di Napoli - non provocherebbe di per sé problemi, se il nostro territorio fosse strutturalmente attrezzato per la ordinaria gestione, ma in una situazione precaria e delicata come quella di Napoli e della sua provincia, anche un blocco di pochi giorni può generare una situazione di emergenza. Al momento le dichiarazioni delle istituzioni non sgomberano il campo dalle preoccupazioni, adombrando soluzioni ancora non chiare, imperniate a quanto pare su stoccaggi comunali e invio fuori regione, tacendo dell'aggravio di costi e tariffe, con la responsabilità affidata ai singoli Comuni, senza tenere in conto la particolarità dell'area metropolitana di Napoli".

"Non è pensabile in una situazione di questo tipo - precisa il sindacato - che si metta in scena l'ennesimo scontro istituzionale, quel muro contro muro tra Comune e Regione al quale abbiamo già assistito recentemente sulla pelle dei cittadini, in una vicenda esemplare come quella dei trasporti. Chiediamo pertanto che si creino dei tavoli interforze presso le Prefetture in tutta la regione per governare la fase di emergenza, ai quali partecipino tutti i soggetti interessati. Napoli e i suoi cittadini non possono permettersi questa ennesima emergenza, soprattutto in un momento come questo di esplosione turistica e nel pieno dell'estate, una situazione che oltre a provocare danni alla vita quotidiana dei cittadini arrecherebbe anche un danno d'immagine alla città e che finirebbe per coinvolgere, come già accaduto, l'intera regione. Ma uscire dall'emergenza non significa solo fronteggiare la situazione attuale, bisogna indicare finalmente in modo chiaro e coerente le soluzioni strutturali di cui necessita il nostro territorio, uscendo dalla logica dell'invio dei rifiuti altrove".

"Bisogna chiudere definitivamente – si legge ancora nella nota – la pagina delle ecoballe di rifiuti stoccate da anni, simbolo di una stagione da cui non riusciamo a uscire, al di là dei proclami di turno, e su cui preme una richiesta precisa del Consiglio europeo, che chiede una risposta entro dicembre prossimo. Gli Stir  sono stati pensati come impianti provvisori nei quali far confluire i rifiuti, in attesa della realizzazione di tutti gli altri impianti, che consentano la gestione ordinaria della raccolta differenziata. Non è pensabile che siano la soluzione definitiva. Bisogna andare verso il loro superamento, trasformati in minidiscariche, in cui, come già dicevamo, le condizioni di lavoro sono ormai insostenibili, come già abbiamo denunciato nel caso del decesso di un lavoratore a Giugliano il 10 aprile scorso.

Per questo bisogna costruire gli impianti, in particolare i siti di compostaggio, sola condizione perché il nostro territorio conquisti una sua autonomia nella gestione del ciclo dei rifiuti – aggiunge il comunicato –. Perciò, è necessario coinvolgere le comunità locali nella massima trasparenza, ma con un forte senso di responsabilità della politica, senza assecondare le paure, che un argomento come questo inevitabilmente scatena. Crediamo che un ruolo di primo piano debba essere giocato da soggetti pubblici, guardando alla realizzazione di un forte soggetto pubblico dotato di un piano industriale".

"Siamo convinti – concludono Cgil e Fp Cgil Napoli – che solo a queste condizioni si possa porre Napoli e la sua area metropolitana al riparo da ogni crisi della raccolta dei rifiuti, mettendola al livello finalmente delle grandi città europee e alleggerendo i cittadini da una tassazione sui rifiuti che, è bene ricordarlo, è tra le più alte d'Italia, proprio a seguito della crisi del 2008".