"La matematica non è un’opinione: la riduzione degli importi 'una tantum', destinati a favore dei superstiti di vittime sul lavoro per eventi avvenuti nel 2018, è un fatto inconfutabile”. Così Silvino Candeloro, del Collegio di presidenza dell'Inca Cgil, replicando alle dichiarazioni diffuse mercoledì 22 maggio alle agenzie di stampa dal ministro del Lavoro Di Maio. Candeloro ricorda che il decreto, firmato dal ministro il 25 gennaio scorso, ma pubblicato solo il 14 maggio sul sito istituzionale, riporta le seguenti cifre: 3 mila euro per un solo superstite (con una diminuzione di 700 euro, rispetto allo scorso anno); 6 mila euro se i superstiti sono due (1.400 euro in meno rispetto al 2017); 9 mila euro se gli aventi diritto sono tre (con una riduzione di 2.100 euro). Per i nuclei familiari più numerosi, il taglio è addirittura di 4.200 euro, passato da 17.200 (per l’anno 2017), a 13 mila euro.

“E questa è una sonora bugia", commenta Candeloro, segnalando però anche un paradosso: "Il governo aumenta il Fondo vittime di gravi infortuni sul lavoro di un milione di euro (portato dai 3,4 milioni di euro agli attuali 4,4 milioni di euro), ma con la stessa mano riduce le prestazioni, anziché aumentarle, nonostante nel 2018 ci siano stati più infortuni mortali rispetto al 2017. Se guardiamo la tabella riferita agli anni precedenti si può notare che nel 2018 la riduzione degli indennizzi è stata superiore a quella del 2017. Preso atto di ciò ci saremmo aspettati che il governo attuale, quando ha firmato il decreto, considerato il meccanismo perverso che sovraintende all’erogazione di tali indennizzi, si fosse reso conto degli ulteriori effetti negativi sugli indennizzi stessi ponendovi rimedio. Perché non lo ha fatto?”

L'esponente dell'Inca Cgil rileva che “il governo giallo verde ha preferito dirottare risorse per abbassare i premi assicurativi dovuti dalle imprese per infortuni e malattie professionali, diminuendo addirittura gli stanziamenti per la prevenzione. Dunque, è vero come afferma il ministro di Maio che non c’è alcun collegamento tra il Fondo vittime di gravi infortuni sul lavoro e le tariffe dovute dalle aziende, ma ciò non fa che aggravare la scelta politica del governo di favorire le imprese, con la diminuzione dei premi, piuttosto che adeguare le tutele ai familiari delle vittime sul lavoro, che nel 2018 sono aumentate e non diminuite, come ha segnalato l’Inail”. Candeloro così conclude: “Se poi si vuol far passare l’idea che aver aumentato l’assegno funerario da poco più di 2 mila euro a 10 mila, come un segno di attenzione verso le famiglie colpite da questi gravi lutti, è davvero riduttivo quanto paradossale, considerando le gravi e molteplici conseguenze che queste stesse famiglie subiscono sulla loro pelle”.