I ghetti continuano a uccidere. Un’altra vita spezzata a San Ferdinando, a causa dell’ennesimo incendio, che questa volta è divampato nella nuova tendopoli ampliata da poco per accogliere le persone sgombrate dal vecchio ghetto e che, almeno sulla carta, avrebbe dovuto essere ignifuga. La vittima è Sylla Naumè, 32 anni, senegalese proveniente dalla baraccopoli demolita recentemente. A prendere fuoco una delle tende a sei posti nell’insediamento realizzato dalla Protezione civile e gestito dalla Caritas che si trova a poca distanza dall'ex baraccopoli recentemente smantellata dopo che in poco meno di un anno a causa degli incendi hanno perso la vita tre braccianti.  Il 16 febbraio scorso un incendio era costato la vita al 29enne senegalese, Moussa Ba. In precedenza, il 2 dicembre 2018, Surawa Jaith era morto alla vigilia del suo diciottesimo compleanno e il 27 gennaio era morta Becky Moses, 26enne nigeriana.

“Il nuovo campo, a poche centinaia di metri dalla vecchia baraccopoli che ha visto la morte di tre giovani migranti e smantellata anche grazie alla nostra mobilitazione, non è la soluzione. Si è passati da una situazione precaria a una situazione altrettanto precaria, e questo incidente lo dimostra”. Lo affermano in una nota congiunta il segretario confederale della Cgil Giuseppe Massafra e la segretaria generale Cgil della piana di Gioia Tauro Celeste Logiacco.

“Non possiamo continuare a gestire sole le emergenze, occorrono soluzioni strutturali che – spiegano i due dirigenti sindacali – garantiscano sicurezza, dignità e diritti ai migranti che vivono nella tendopoli. Scelte parziali portano ad alimentare solo nuove condizioni di degrado. Occorrono quindi soluzioni che favoriscano processi d’integrazione e stabilità per queste persone che ogni giorno provano a sopravvivere in una condizione di estrema precarietà fatta di sfruttamento lavorativo e disagio sociale”.

“Il governo nazionale, la Regione Calabria e la Città metropolitana devono farsi carico di queste difficoltà mediante atti concreti volti a superare definitivamente questa drammatica e insostenibile situazione e ogni criticità, per dare risposte immediate e per mettere fine a quella che è diventata ormai purtroppo una tragedia sistematica”, concludono Massafra e Logiacco.