“È inutile negare la recessione. Il ministro dell'Economia parla di ‘battuta d'arresto’, ma rischiamo di restare fermi per anni. Non bastano iniezioni di fiducia mediatica, occorre un serio cambiamento delle politiche economiche volto a moltiplicare la crescita e creare buona occupazione”. Così, in una nota, la segretaria confederale della Cgil Gianna Fracassi.

“Le previsioni rese note oggi dalla Commissione Ue che stimano una crescita dell’Italia allo 0,2% nel 2019, seguono – sottolinea la dirigente sindacale – le già poco rosee stime di Bankitalia (0,6) e dell'Upb (0,4), e lasciano il nostro Paese in fondo alla classifica europea. Ancora peggiori le stime del Fmi che condannano la nostra economia a non crescere oltre lo zero-virgola fino al 2022. Sono passati undici anni dall'inizio della crisi e l'Italia deve ancora recuperare 4,5 punti di Pil rispetto al 2007 e il 30% di investimenti. Non possiamo impiegare altri dieci anni per ritrovare il sentiero di crescita necessario a creare benessere e lavoro”.

Secondo Fracassi, “il ministro Tria dichiara di avere a disposizione molti strumenti, ma non sembra voglia usarli, a partire dagli investimenti pubblici, sacrificati in legge di Bilancio, che rappresentano la prima leva utile a uscire dalla recessione e a ridurre la disoccupazione. Per questo diciamo che è necessaria una politica industriale, sociale, infrastrutturale e ambientale, fondata su almeno il triplo delle risorse oggi a disposizione”.

“Sabato prossimo – prosegue – scenderemo in piazza insieme a Cisl e Uil, per ribadire con forza le nostre proposte basate sulle priorità per il Paese e su un'idea di crescita e di sviluppo sostenibile dal punto di vista sociale, ambientale ed economico che possa ridare gambe all'economia, forza e futuro al lavoro. Daremo voce - conclude Fracassi - a tutte quelle lavoratrici e lavoratori, giovani, pensionati e cittadini che vorrebbero dal Governo soluzioni concrete e un cambiamento vero”.