"L’incontro dei tre commissari di banca Carige con i segretari generali di categoria ha confermato quanto da noi già espresso il 28 dicembre scorso, circa l’inevitabilità di un'aggregazione nel futuro del gruppo. Nell’incontro, così come nel comunicato stampa diffuso ieri dalla banca, si annuncia che a febbraio verrà presentato un nuovo piano industriale che, secondo i commissari, sarà propedeutico a un'aggregazione da affrontare nelle migliori condizioni di efficienza e di capitalizzazione". Così Fisac nazionale, Fisac Genova e Liguria, Cdl Genova e Cgil Liguria, segreterie di coordinamento Fisac e gruppo Carige.

"In considerazione di questa prospettiva e riservandoci di esaminare in dettaglio il decreto emanato ieri che dovrebbe facilitare questo percorso, riteniamo necessario esprimere il nostro giudizio sulle iniziative annunciate: il piano industriale non dovrà prevedere alcuna riduzione di costi del personale né in termini di ulteriori tagli di posti di lavoro né in termini d'interventi sulle retribuzioni, entrambi già pesantemente penalizzati dai piani industriali precedenti e dai relativi accordi sottoscritti; Il percorso verso un'aggregazione dovrà necessariamente essere preceduto da un intervento di ricapitalizzazione, a fronte del quale ci attendiamo una chiara ed esplicita assunzione di responsabilità da parte degli attuali soci, che non ostacoli eventuali aumenti di capitale; in qualità d'interlocutori che dovranno necessariamente essere coinvolti nelle scelte strategiche che saranno intraprese, non siamo disponibili ad assecondare processi di aggregazione in assenza di progetti industriali, che vadano chiaramente in direzione di una continuità dell’attività bancaria del gruppo né a partnership con aziende di credito che per sovrapposizioni o per scelte strategiche producano ulteriori tagli di posti di lavoro nei territori di riferimento", continuano i sindacati.

"Restiamo convinti che l’aggregazione sia l’unica strada possibile, ma pensiamo che non possa essere uno strumento di penalizzazione del lavoro, e debba essere al contrario un passo necessario per il rilancio di un’azienda che, ricordiamo ancora una volta, ha attraversato una situazione critica unicamente per le scelte manageriali, effettuate nel tempo dai diversi amministratori che si sono succeduti", chiude il comunicato.