Il 18 dicembre 2018 a L’Aquila è stato firmato tra Cgil, Cisl e Uil (promotori del Fondo territori lavoro e conoscenza), il Comune e l’Università degli Studi dell’Aquila una convenzione per la realizzazione del programma triennale “Territori aperti”. Il progetto ha a disposizione 1,8 milioni di euro raccolti grazie al contributo delle lavoratrici, dei lavoratori e dei pensionati e nasce dalla volontà condivisa dal Comune e dall’Università di dar vita a un Centro di documentazione, formazione e ricerca sulle calamità naturali, partendo dall’esperienza del terremoto e della ricostruzione aquilana.

La denominazione “Territori aperti”, proposta per il Centro, intende sottolineare il fatto che le sue attività saranno basate sulla collaborazione con altri sistemi territoriali esposti ai rischi delle calamità naturali, in uno spirito di condivisione sociale dei dati, dei metodi analitici e delle competenze generate dal progetto, secondo l’approccio della Open Science e della partecipazione informata dei cittadini alle scelte politiche.

L’intervento che si vuole realizzare ha diverse motivazioni: conservare e costruire la memoria di ciò che i terremoti e le altre calamità naturali hanno significato per l’Italia; valorizzare e diffondere le conoscenze e le competenze che si stanno formando all’Aquila e nelle altre aree colpite dai recenti terremoti, costruendo un sistema informatico, pensato come infrastruttura digitale di base per attività di ricerca sulle calamità naturali e sui processi di ricostruzione materiale e immateriale delle aree che ne vengono colpite; favorire l’acquisizione di competenze tecnico-amministrative da parte degli enti locali per prevenire o fronteggiare eventi avversi (tema della resilienza), che possono essere calamità naturali, ma anche condizioni negative più strutturate come il processo di impoverimento economico-sociale che caratterizza le aree interne con il loro sistema insediativo frammentato; promuovere la formazione di tecnici di Applied Data Science, offrendo l’opportunità di esperienze di tirocinio all’interno del centro; favorire la partecipazione attiva di chi vive e opera sui territori e che spesso, invece, dopo aver subìto le conseguenze di una catastrofe, si ritrova anche sostanzialmente a margine dei processi decisionali.

Il Centro di documentazione, formazione e ricerca sulle calamità naturali si svilupperà su tre linee strategiche di documentazione, formazione e ricerca, ponendosi come nodo promotore di una rete internazionale di competenze su tutti gli aspetti della prevenzione e della gestione dei disastri naturali, nonché dei processi di ricostruzione e sviluppo materiale e immateriale delle aree che ne vengono colpite. Il Fondo territori lavoro e conoscenza di Cgil, Cisl e Uil accompagnerà progressivamente lo svolgimento delle attività monitorando il raggiungimento dei risultati e degli obiettivi previsti.

Federico Libertino è dirigente della Cgil nazionale