Risorse già stanziate o un new deal tremontiano? Gioco delle tre carte o un serio intervento anticrisi e per la crescita? La domanda serpeggia da un paio di giorni, vale a dire da quando il ministro dell’Economia Giulio Tremonti, a margine del G20 di Washington, ha annunciato lo stanziamento di circa 80 miliardi in infrastrutture per risollevare l’economia italiana. Opere pubbliche, insomma. Ma dalla Cgil (Guglielmo Epifani) e dal Pd (Pierluigi Bersani) si fa notare che gran parte di questo intervento riguarda risorse già stanziate, bloccate e adesso nuovamente sbloccate. Dunque non soldi nuovi ma gli stessi, nascosti sotto una delle tre carte.

Ricapitoliamo
Sabato 15 novembre, a margine del G20, Tremonti ha annunciato un piano anticrisi per l’Italia da 80 miliardi. Nella riunione del prossimo 21 novembre il Cipe dovrebbe sbloccare 16 miliardi per opere pubbliche, "subito dopo" saranno sbloccati fondi "europei ma anche italiani" di 40 miliardi "in ricerca e sviluppo", ha detto Tremonti. Tra le misure al vaglio ci sono una possibile riduzione degli acconti fiscali di fine anno, per i quali a novembre i lavoratori sono chiamati a versare il 97% dell'Irpef e le imprese il 100% dell'Ires. Possibili sconti anche sull'Irap, l'imposta regionale sulle attività produttive. Nessuna detassazione invece sulle tredicesime. La manovra dovrebbe passare come decreto. Il decreto verrà approvato entro la fine del mese e conterrà anche norme per assicurare i pagamenti della pubblica amministrazione ai fornitori, sgravi fiscali per le famiglie meno abbienti e la social card per gli acquisti per le fasce di reddito più basse.

Epifani, sono risorse già stanziate
“Gran parte di questi 80 miliardi annunciati da Tremonti gia' c'erano e non sono risorse nuove”. Questo il commento del segretario generale della Cgil, secondo il quale “bisognera' aspettare e vedere cosa fara' il governo, bisogna capire meglio quali sono le misure nuove. Credo che ci siano gli spazi per provarle, se non ci sono che il governo le trovi. Perche' questa e' una crisi eccezionale, dunque servono strumenti eccezionali". Per Epifani, per fronteggiare la crisi e' necessario "sostenere la domanda attraverso due obiettivi: allargare gli ammortizzatori sociali, distribuire quella parte del fisco che i lavoratori e i pensionati hanno pagato di piu' quest'anno. Questo lo si deve fare subito, con le tredicesime entro Natale (non previste nel piano Tremonti, ndr), perché c'e' bisogno di dare un segnale anche psicologico alle famiglie e ai lavoratori". Riguardo invece alla detassazione degli straordinari, per il segretario della Cgil è "una cosa priva di senso. Immaginate un'azienda dove ci sono i precari che vengono messi da parte, per meta' si fa cassa integrazione, magari a rotazione, e poi c'e' un settore dove invece chi lavora ha la detassazione. Tutto questo mi sembra privo di senso. Puo' essere uno strumento valido quando l'economia va bene e la disoccupazione scende, ma non in queste condizioni".

Bersani (Pd), una ricetta insoddisfacente
“Quello che si sente in modo ancora non preciso a proposito di interventi sulle famiglie non mi trova soddisfatto. Da luglio a oggi abbiamo fatto una politica alla rovescia, abbiamo messo i soldi sulla detassazione degli straordinari sulla riduzione dell'Ici e per Alitalia. Tre cose che valgono 7 miliardi di euro circa”. A dirlo è il ministro ombra dell'Economia, Pier Luigi Bersani (Pd), secondo cui, invece, “per superare la crisi finanziaria bisogna dare subito i soldi in tasca a chi ha bisogno di spenderli, non solo per ragioni sociali ma anche per ragioni economiche. Non aver preso questa priorità - dice Bersani - ci ha fatto buttar via un po' di soldi che secondo me andrebbero dati ancora per fare una detrazione fiscale significativa per i redditi medio-bassi”. Osserva il ministro ombra parlando della manovra anticrisi: “Ho sempre il sospetto delle cifre tonde: 80 miliardi in grandissima parte sono soldi già stanziati, bloccati nella programmazione da questo governo, adesso risbloccati. Tutte parole difficili che però ci dicono che non stiamo parlando di soldi che domani mattina diventano effettivamente investimenti, come avevamo bisogno”.