Una vera e propria gara di solidarietà. È scattata in Italia per accogliere e proteggere i bambini e i ragazzi in fuga dall’Ucraina. I minori con famiglie, quelli non accompagnati, gli orfani e i piccoli malati che scappano dagli orrori della guerra e dalla distruzione rappresentano un dramma nel dramma. Il rischio che diventino vittime dirette di un conflitto che non risparmia bombardamenti su scuole e orfanotrofi, o di finire nei circuiti dello sfruttamento è alto.

Tanto più se si considera che questo Paese ha un tasso elevato di minori affidati alle istituzioni: l’1,3 per cento, quasi 100 mila, secondo le ultime stime, che vivono senza genitori in 663 istituti. E così anche Ong e associazioni italiane stanno organizzando trasferimenti, mettendo a disposizione strutture per l’accoglienza, cercando alloggio e collocazioni adeguate.

Il Consiglio italiano per i rifugiati e Save the Children hanno effettuato un trasferimento di piccoli profughi dal confine polacco verso l’Italia con due pullman equipaggiati con beni di prima necessità, un pediatra e due interpreti: oltre a un gruppo di 21 bambini e adolescenti non accompagnati, arrivati con la direttrice dell’istituto dove si trovavano, sono stati soccorsi altri 42 bambini con le loro mamme, tutti reduci da un estenuante viaggio.

Altri 23 piccoli ospiti di due case famiglia evacuate in Polonia e in Moldavia sono arrivati in pullman e aereo con i loro educatori grazie ad Amici dei bambini: resteranno insieme in due strutture della Lombardia, aiutati da mediatori culturali, con supporti educativi e raccordi con la scuola. Il Conadi, Consiglio nazionale dei diritti infanzia e adolescenza, in risposta alle numerose richieste arrivate, sta organizzando l'accoglienza di minori in Italia, precisando che si tratta di ospitalità temporanea, cioè legata al periodo dell'emergenza, e che può essere prestata sia da una famiglia che persona singola.

“C’è bisogno di un impegno corale dei Paesi europei per non lasciare da soli i bambini che sono tuttora in Ucraina o ai confini, soprattutto se non accompagnati, senza i genitori o figure adulte di riferimento – dice Raffaela Milano, direttrice programmi Italia-Europa di Save the Children -. Occorre garantire un percorso sicuro che possa metterli in salvo, proteggendoli anche dal rischio di cadere in circuiti di traffico e di sfruttamento. L’esperienza che abbiamo condotto con il Cir, in stretto coordinamento con il Dipartimento nazionale di Protezione Civile, è stata importante per definire le linee d'intervento operativo”.

Secondo quanto riferito dal quotidiano britannico The Guardian, gli enti di beneficenza e i gruppi per i diritti umani che lavorano ai valichi di frontiera con l’Ucraina hanno affermato di aver assistito a casi di tratta, bambini scomparsi, estorsioni e sfruttamento. Questo accade perché ci sono casi di minori inviati da soli a incontrare parenti o amici oltre il confine che quando arrivano non trovano nessuno che li venga a prendere.

“Riconosciamo l’importante sostegno dimostrato da volontari, organizzazioni, privati ed enti che si sono resi disponibili ad accogliere i minorenni e le loro famiglie e supportarli in questa fase complessa – dichiarano Unhcr (Agenzia Onu per i rifugiati) e Unicef (Fondo Nazioni unite per l’infanzia) in una nota -. È fondamentale però che questi interventi vengano promossi all’interno della cornice di diritti e garanzie che regolano la tutela e la protezione dei bambini e dei ragazzi, per evitare il rischio che queste pratiche non producano l’effetto involontario di ledere invece i diritti previsti dalla convenzione Onu sui diritti dei bambini e degli adolescenti”.

L’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza, Carla Garlatti, avverte che tutti i minorenni che entrano nel nostro Paese devono essere registrati e censiti: “Per quelli che arrivano con un accompagnatore va accertata l’esistenza di un rapporto di parentela, per quelli che invece arrivano soli si deve procedere immediatamente alla segnalazione al tribunale per i minorenni per una rapida nomina del tutore volontario e la presa in carico da parte del comune. La generosità manifestata in questi giorni è encomiabile, ma l’accoglienza non si improvvisa e non si può fare semplicemente sull’onda dell’emotività”.