Si è aperto oggi (martedì 21 maggio) a Vienna il XIV congresso della Confederazione europea dei sindacati (Ces), che si concluderà venerdì 24 maggio. Vi partecipano oltre 600 delegati sindacali nazionali, tra cui i segretari generali e i presidenti di circa 90 organizzazioni di 38 paesi europei, cui si aggiungono dieci federazioni settoriali europee. Folta la delegazione della Cgil, guidata dal segretario generale Maurizio Landini, la segretaria confederale Gianna Fracassi e la responsabile delle Politiche europee e internazionali Susanna Camusso. Tanti gli ospiti presenti alla quattro-giorni di dibattito: il primo ministro del Portogallo Antonio Costa, il presidente della Repubblica austriaca Alexander Van der Bellen, il presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker, il decano della Psia Sciences ex premier italiano Enrico Letta, il premio Nobel per l'economia Joseph Stiglitz. Il congresso eleggerà un nuovo gruppo dirigente, modificherà la Costituzione della Ces e adotterà documenti chiave, tra cui il Manifesto di Vienna e il Programma di azione 2019-2023.

Con il XIV congresso la Ces lancia il suo piano d'azione per il conseguimento di un “nuovo contratto sociale per l'Europa”, da realizzare assieme alle istituzioni europee e nazionali e alle organizzazioni dei datori di lavoro. Obiettivi della Confederazione sono la redazione di “un protocollo di progresso sociale” da inserire nei trattati e attuato attraverso la legislazione dell'Unione; l’adozione di “un piano straordinario per aumentare gli investimenti pubblici e privati”, con particolare attenzione ai servizi e beni pubblici e alla protezione sociale; la “riforma della governance economica dell'Unione”, orientata a “promuovere la giustizia sociale, investimenti favorevoli all'occupazione, crescita sostenibile, tassazione equa e progressiva, benessere delle persone”.

La Confederazione sollecita anche la “ricostruzione del modello sociale europeo”, rafforzando e attuando i princìpi del pilastro europeo dei diritti sociali, e il rafforzamento del “dialogo sociale” bipartito e tripartito a livello europeo e nazionale. Grande attenzione è posta alla realizzazione di “un partenariato per la contrattazione collettiva”, per ottenere un aumento generale dei salari, migliori condizioni di lavoro per tutti e diritti sindacali in ciascuno Stato membro dell'Unione. Altri temi importanti sono per la Ces la necessità di un maggiore impegno per l'uguaglianza di genere sul lavoro e nella società, per la gestione del cambiamento climatico, per la digitalizzazione e l'automazione, oltre che la protezione delle nuove forme di lavoro e lo stop al “dumping salariale e sociale”.

Il sindacato continentale, infine, chiede “la riforma della legge sulla concorrenza, del diritto societario e della nuova legislazione in materia di due diligence”, la riforma della legislazione europea “in materia di informazione e consultazione” allo scopo di migliorare la partecipazione dei lavoratori, la piena esigibilità del diritto alla formazione e la creazione di una “agenda europea equa e sostenibile per la migrazione, la globalizzazione, il commercio internazionale e le politiche esterne e di vicinato, anche attraverso la piena attuazione in Europa dell'Agenda 2030, dei trattati delle Nazioni Unite e delle convenzioni dell'Ilo”.