“Da parte del governo e del ministro competente serve una seria e concreta riflessione sul ruolo della portualità italiana rispetto alle politiche comunitarie”. È quanto chiede il segretario nazionale della Filt, Natale Colombo, a seguito del parere della Commissione europea sulle esenzioni fiscali dei porti italiani e spagnoli, evidenziando che “qualificare come 'aiuto di stato' i finanziamenti comunitari riconosciuti allo Stato, e non a imprese private, per le opere di infrastrutturazione dei porti del Mediterraneo, il cui potenziamento è previsto proprio in ragione dell’attuazione delle politiche europee, appare contraddittorio e richiede la massima attenzione nell’esercizio dell’attività di lobbying nelle sedi opportune”.

Secondo il dirigente sindacale, “è arrivato il momento di avviare, con le dovute e necessarie competenze, un raccordo serio con la Commissione Ue ed esigere un regolamento puntuale e univoco per tutti gli stati membri, con l’auspicio di poter individuare criteri di selettività, utili a dare il giusto valore e mercato alla portualità del nostro Paese. Inoltre, a partire dal pronunciamento, che non va assolutamente trascurato, ma affrontato con la giusta determinazione, si può decidere, per l’immediato futuro, la struttura giuridica delle stesse Autorità di sistema portuale, sempre più proiettate in un contesto che va oltre i confini nazionali".

"Pertanto – sostiene il sindacalista –, serve un’azione congiunta con tutti i soggetti istituzionali, nonché il coinvolgimento del sindacato anche europeo, per un raffronto continuo sull’adozione delle politiche comuni da mettere in campo per la promozione e lo sviluppo della portualità nei paesi mediterranei”.