Nel prossimo aprile il sindacato europeo sarà in piazza a Bruxelles per chiedere alla Ue di cambiare rotta. Lo afferma il responsabile delle Politiche europee e internazionali della Cgil nazionale, Fausto Durante, ai microfoni di RadioArticolo1. "Abbiamo deciso unanimemente di tenere un'iniziativa a Bruxelles - spiega -. La collocazione temporale precisa è ancora da definire, ma sarà nel mese di aprile a ridosso della campagna elettorale europea. In quell'occasione chiederemo alle forze politiche di cambiare strada: l'impostazione che questa Commissione ha dato alla politica economica va totalmente ribaltata. Bisogna mettere al primo posto gli interessi di chi lavora e chi produce, coloro che hanno contribuito alla crescita dell'Europa e che oggi si vedono erodere il potere d'acquisto e i diritti".

 

Per Durante è il momento di cambiare segno. "Si fa sempre più necessario rimettere al centro il lavoro e i diritti sociali - dice -. Occorre affermare una nuova politica per gestire i flussi migratori, prendere in considerazione nuove linee demografiche per l'Europa all'insegna dell'inclusione e delle tutele". Anche l'attuale architettura istituzionale non convince: "Bisogna rimetterci mano, in particolare va dato più potere al Parlamento, l'unico organo eletto dai cittadini, mentre ora di fatto i poteri maggiori sono esercitati dalla Commissione".

In generale "va ripreso in mano il processo di inclusione europea", aggiunge. "Il compito della Ue è garantire una crescita generalizzata, il benessere generale e non solo di una parte, coltivare il progresso permanente. Se ci impegniamo fino in fondo e riusciamo a farlo, allora sarà possibile sconfiggere i partiti dell'odio contro l'Europa, quelli che si scagliano contro la moneta unica e fanno propaganda xenofoba, i nuovi neofascismi. Con un'Unione più sociale e per il lavoro possiamo contrastarli nel modo più adeguato".

In tal senso, riflette Durante, il pilastro sociale europeo "purtroppo non ha carattere vincolante per i Paesi. Si tratta di un testo che contiene venti principi tutti condivisibili, a partire dal lavoro stabile, ma è stato approvato per 'proclamazione'. Gli Stati membri non hanno alcun vincolo di definire leggi ispirate a quei punti".

Poi un passaggio sul governo italiano. "Il braccio di ferro con la Ue ha polverizzato risparmi e alienato simpatie degli altri Paesi europei, che hanno preso le distanze da un atteggiamento poco cooperativo - a suo avviso -. Si è poi passati dall'inveire contro i 'burocrati' a farsi dettare le misure da quegli stessi 'burocrati' per evitare la procedura di infrazione: è un esecutivo poco serio, serve un maggiore senso di responsabilità verso il Paese. Lo spread e i tassi di interesse fanno male alla nostra economia - infine -, ma oltre a questo c'è la critica complessiva alla gabbia delle politiche europee imposte all'Italia, che restano profondamente sbagliate. In questo scenario, inoltre, il governo ha provato a forzare i vincoli con misure che non portano alla creazione di lavoro stabile, ma hanno solo carattere assistenzialista e caritatevole".