C’è continuità con le misure del governo precedente ma i provvedimenti, orientati a ottenere un facile consenso, sono ancora inadeguati ad aiutare le famiglie che hanno bisogno di interventi più mirati e consistenti. È questo il giudizio dato da Federconsumatori alla legge di Bilancio da 35 miliardi di euro varata dal Consiglio dei ministri, che per l’associazione è insufficiente ad affrontare la grave situazione in cui versa tutto il Paese.

“Alle famiglie andrà ben poco – si legge in una nota dell’organizzazione -: non c’è traccia delle rateizzazioni lunghe delle bollette, né della sospensione dei distacchi per morosità per gli utenti domestici. Sul fronte dell’energia si prolunga il taglio degli oneri di sistema, ma solo fino al 31 marzo 2023, mentre da dicembre calerà lo sconto sulle accise dei carburanti: il taglio sulla benzina passerà da 30,5 centesimi a 18,3. Inoltre non c’è traccia di una riforma strutturale delle bollette né dell’apertura del dialogo con i rappresentanti dei consumatori che la propongono”.

Per Federconsumatori l’ampliamento della platea del bonus energia è positivo, ma anche in questo caso si fa troppo poco: il reddito Isee si limita a soli 15 mila euro e lascia fuori moltissimi lavoratori e pensionati. Anche il taglio del cuneo fiscale è solo temporaneo: poteva essere reso più ampio in questa difficile fase che le famiglie attraversano.

“A nostro avviso rimane necessario il taglio delle aliquote Iva, almeno sui beni essenziali – prosegue l’associazione -. Da tempo sollecitiamo il governo a mettere mano a una seria riforma: complessivamente una famiglia media potrebbe risparmiare 531 euro l’anno, ma si è persa ancora l’occasione”.

Tra i meandri della manovra, fanno notare i paladini dei consumatori, si nascondono anche misure incongruenti con gli intenti dichiarati di aiuto ai più deboli, come l’abrogazione del reddito di cittadinanza fatto in piena crisi e nel periodo meno adatto. Mentre è inutile e dannoso per tutti tranne che per gli evasori l’innalzamento della soglia del contante a 5 mila euro.

Nella Finanziaria varata dal governo ci sono poi due grandi assenti: la scuola pubblica, dato che si è deciso di ripristinare il contributo per gli istituti paritari, e la sanità, sulla quale pesa la proiezione della riduzione degli stanziamenti già prevista dalla Nadef, la Nota di aggiornamento del documento di economia e finanza.

“Invece è una priorità rafforzare il servizio sanitario nazionale, soprattutto alla luce della forte risalita dei casi di Covid – conclude Federconsumatori -, nonché della pesante rinuncia da parte delle famiglie alla spesa per la prevenzione, a causa delle precarie condizioni economiche diffuse. Proprio in relazione alla risalita dei contagi preoccupa il dietrofront del governo sulle misure utili alla prevenzione, contrariamente a quanto suggerito dalle autorità internazionali di salute pubblica, che il ministero della Salute non sembra orientato a predisporre in modo adeguato in vista di possibili nuove ondate pandemiche”.