Per far aumentare la disponibilità di risorse per spesa corrente e investimenti, necessari non solo a far ripartire il Paese, ma a garantire il welfare di cui c’è necessità, è necessario andare a prendere i soldi là dove sono, nel grande bacino dell’evasione fiscale. Battaglia che da anni è tra le priorità del sindacato guidato da Maurizio Landini. Non ci può essere riforma fiscale se non si parte da qui. Ed è indispensabile parte dalla messa a disposizione di chi deve contrastare l’evasione, delle diverse informazioni sule disponibilità economiche dei contribuenti. Per questo, in una nota la Cgil afferma sia: “Positivo il via libera del Garante per la privacy allo schema di decreto che regola l'utilizzo delle informazioni a disposizione delle Entrate per individuare i contribuenti da sottoporre a controlli. Un primo passo per avviare una seria lotta all’evasione fiscale nel nostro Paese”.

“Da tempo chiediamo che i dati fiscali, reddituali e patrimoniali vengano incrociati e analizzati per individuare profili di rischio. Finalmente - sottolinea la Confederazione - si potrà procedere alla creazione di un archivio che permetterà il confronto tra le fatture in entrata e in uscita di tutti gli operatori, ponendo le basi affinché ognuno di essi diventi ‘verificatore’ di tutta la filiera. Un sistema di questo tipo, se ben fatto, renderà molto più difficile l'evasione da omessa fatturazione”.

Secondo il sindacato di corso d’Italia “per sconfiggere la piaga dell'evasione fiscale e contributiva, che ogni anno fa perdere all'erario oltre 100 miliardi di euro, è necessario innanzitutto disincentivare i comportamenti disonesti ancor prima che si consumino”. “Auspichiamo quindi che i controlli siano effettuati il più possibile in tempo reale, per dare certezza agli operatori onesti e reprimere sul nascere ogni illecito. Questo è da considerarsi quindi un primo passo importante, - conclude la Cgil - cui tuttavia dovranno seguire l'estensione della platea degli obbligati alla comunicazione telematica delle fatture e l'aumento del numero delle banche dati incrociabili”.