Emergenza abitativa
Caro affitti, gli studenti in tenda vogliono le case

Dopo Ilaria accampata a Milano, la protesta dell'Udu si è allargata a undici città. Landini: “Il diritto allo studio e come garantirlo riguarda tutti”
In principio è stata Ilaria. La ragazza ribattezzata la Greta Thunberg degli affitti, che si è accampata in tenda davanti al Politecnico di Milano per manifestare contro il caro canoni, ha dato il via alla protesta degli studenti “Senza casa, senza futuro” che si è allagata a macchia d’olio in tutta Italia.
Pavia, Padova, Venezia, Bologna, Perugia, Firenze, Roma, Torino, Cagliari, Trento, Verona: città dove una stanza costa troppo, dove studiare è insostenibile se si è un fuorisede, dove i posti nelle residenze sono davvero pochi rispetto alle richieste e alle esigenze. Basta dare un’occhiata ai prezzi stratosferici: ai va dai 250 euro per una doppia a Pavia ai 700-800 euro per una singola a Milano, passando per i 630 di Roma e i 530 di Bologna.
Tende davanti agli atenei
Imitando Ilaria, gli universitari dell’Udu si sono organizzati piazzando le tende davanti agli atenei e arrivando finalmente ad attirare l’attenzione dei media e delle istituzioni: un problema vissuto in privato dalle famiglie è diventato una questione pubblica, sulla quale si è pronunciato persino Papa Francesco: “Difficoltà a trovare un lavoro stabile, difficoltà a mantenerlo, case dal costo proibitivo, affitti alle stelle e salari insufficienti sono problemi reali – ha detto il Santo Padre -. Sono problemi che interpellano la politica, perché è sotto gli occhi di tutti che il mercato libero, senza gli indispensabili correttivi, diventa selvaggio e produce situazioni e disuguaglianze sempre più gravi”.
Risorse del Pnrr
L’Unione degli universitari chiede che si trovino soluzioni concrete e non si traduca tutto in una bolla mediatica, che non porta a niente (nel video, Viki Angelini, studentessa de La Sapienza di Roma). “Il governo non ha ancora promesso risorse aggiuntive per affrontare la crisi abitativa – dice Simone Agutoli dell’Udu -. Sui 660 milioni di euro sbloccati, si tratta delle solite risorse del Pnrr già presenti nel Piano fin dalla prima versione del 2020. La Commissione europea ha dato un via libera, ma permangono tutte le criticità che avevamo denunciato: i fondi andranno esclusivamente a soggetti privati, i quali dovranno garantire soltanto uno sconto del 15 per cento rispetto al canone di mercato. Il diritto allo studio passa così in secondo piano”.
Tavolo di confronto
Mentre gli studenti hanno portato la protesta delle tende direttamente a Roma, sotto il ministero dell’Università e della ricerca, per chiedere l’apertura di un tavolo di confronto al dicastero, un altro ministro della Repubblica se l’è presa con i Comuni: “Io credo che il problema del caro affitti è grave ma tocca le città governate dal centrosinistra” ha dichiarato Giuseppe Valditara, titolare dell'Istruzione.
“Valditara è un po’ annebbiato – è la risposta di Maurizio Landini, segretario generale della Cgil in un’intervista al quotidiano La Stampa -. Il diritto allo studio, e come garantirlo, sono questioni che riguardano tutti i livelli istituzionali. Invece di affrontarle, il governo alimenta le precarietà. C’è un disagio abitativo che inizia fra gli studenti e diviene una condizione più generalizzata, in assenza di un piano edilizio che riguardi tutti. Non è garantito il diritto alla casa, quando si poteva cominciare col rendere disponibili le strutture pubbliche dismesse. C’è una vera emergenza, là fuori”.
Mobilitazione Cgil, Cisl e Uil
L’emergenza alloggi, che interessa famiglie e studenti, la Cgil e il sindacato degli inquilini la denunciano da anni, chiedono al governo, ai Comuni e alle Regioni interventi strutturali: un piano di edilizia residenziale pubblica, la messa a disposizione del patrimonio pubblico di abitazioni inutilizzate e il rifinanziamento dei fondi affitto e morosità incolpevoli.
Il rilancio delle politiche per la casa, in particolare nelle aree metropolitane e a maggiore tensione abitativa, è tra le rivendicazioni della mobilitazione promossa da Cgil, Cisl e Uil per una nuova stagione del lavoro e dei diritti, con le manifestazione a Bologna (che si è svolta il 6 maggio), Milano (il 13 maggio) e Napoli (il 20 maggio), a cui hanno aderito anche i sindacati degli inquilini Sunia, Sicet e Uniat.
Disagio trasversale
“Da tempo chiediamo politiche abitative anche per gli studenti e soltanto ora che è esplosa la protesta il governo prende atto dell’assurdo costo raggiunto dagli affitti nelle città universitarie – scrivono in una nota congiunta -. Ma questo non basta perché il disagio abitativo è trasversale e coinvolge in forma anche più drammatica tante famiglie fragili che sono state trascurate per lungo tempo. Per questi motivi ci ritroveremo nelle piazze a manifestare”.