“Lunga vita al Partito Comunista e ai partigiani, combattete, gente, per la vostra libertà! Non vi arrendete ai malfattori! Sarò uccisa, ma c’è chi mi vendicherà!”.  Lepa lo urla forte.

È sul patibolo. Il cappio al collo. Ha 17 anni ma già da due lotta contro fascisti e nazisti che hanno invaso la sua Jugoslavia. Le danno un’ultima possibilità di salvezza: denunciare i compagni, svelarne i nomi. Lei risponde: “Non sono una traditrice del popolo. Li scoprirete quando riusciranno a spazzare via tutti voi, fino all’ultimo uomo”.

Ha le mani legate dietro la schiena, veste degli abiti scuri, troppo grandi per il suo corpo minuto. Resisterà al dolore, alla paura, alla certezza della morte. Sarà giustiziata pubblicamente a soli 17 anni.

Le foto che ritraggono i suoi ultimi istanti passeranno alla storia. Un soldato le stringe il cappio di fil di ferro al collo. Altri soldati passano e osservano. Lepa penzola ormai morta.

Diventerà un’eroina nazionale, ricevendo l’Ordine dell’Eroe popolare il 20 dicembre 1951. La più giovane della storia.