È il 1º dicembre 1955 a Montgomery. Rosa Parks sta tornando a casa in autobus dal lavoro. Non trovando altri posti liberi, occupa il primo posto dietro all’area riservata ai bianchi, nel settore dei posti accessibili sia ai bianchi che ai neri con l’obbligo per i neri di cedere il posto qualora un bianco lo avesse reclamato. 

Dopo tre fermate l’autista le chiede di alzarsi. Ma Rosa non lo fa, cambiando, con un solo, piccolo gesto, la storia. 

“Dicono sempre che non ho ceduto il posto perché ero stanca, ma non è vero – racconterà - Non ero stanca fisicamente, non più di quanto lo fossi di solito alla fine di una giornata di lavoro (…). No, l’unica cosa di cui ero stanca era subire (…) Non potevo immaginare che in quel momento si stesse facendo la Storia, ero solo stanca di arrendermi sempre”. 

L'arresto e la reazione

A causa del suo gesto Rosa Parks sarà arrestata e incarcerata per condotta impropria e per aver violato le norme cittadine. La notte stessa cinquanta leader della comunità afroamericana guidati da Martin Luther King si riuniranno per decidere le azioni da intraprendere per reagire all’accaduto.

Il giorno successivo comincerà il boicottaggio dei mezzi pubblici di Montgomery, protesta che durerà per 381 giorni. L’anno successivo il suo caso arriverà alla Corte Suprema degli Stati Uniti, che indicherà, all’unanimità, come incostituzionale la segregazione sugli autobus pubblici dell’Alabama. Ma per Rosa è una vittoria a metà. Vittima di ripetute ritorsioni dagli ambienti bianchi, perderà il lavoro.

Trasferitasi a Detroit, nel 1965 sarà assunta come segretaria del democratico John Conyers, membro del Congresso.

Nel 1987, in memoria del defunto marito, fonderà il Rosa and Raymond Parks Institute for Self Development, ancora attivo, nato per “educare e stimolare i giovani e gli adulti, in particolare gli afroamericani, per il miglioramento di sé stessi e dell’intera comunità” e nel 1999 otterrà la medaglia d’oro del Congresso, massimo riconoscimento civile.

Ormai anziana, morirà a Detroit il 24 ottobre del 2005. La foto esposta durante la commemorazione funebre a Montgomery sarà quella scattata dalla polizia il giorno del suo arresto.

La memoria

La sua vita e le sue azioni coraggiose - diceva Barack Obama quel giorno - hanno ricordato a ciascuno di noi le nostre responsabilità personali nel difendere ciò che è giusto e la verità centrale dell’esperienza americana che la nostra grandezza come nazione deriva da persone apparentemente comuni che fanno cose straordinarie. La vita di Rosa Parks è stata una lezione di perseveranza. Il suo atto solitario di disobbedienza civile è stata anche la scintilla che ha acceso l’inizio della fine per la segregazione e ha ispirato milioni di persone in tutto il paese e, in ultima analisi, in tutto il mondo a essere coinvolti nella lotta per l’uguaglianza razziale. Mentre onoriamo la vita di Rosa Parks, non dovremmo limitare le nostre commemorazioni a nobili elogi. Invece, impegniamoci a portare avanti la sua lotta, un atto solitario alla volta, e assicuriamoci che la sua passione continui a ispirare come faceva mezzo secolo fa. Questo, a mio avviso, è il modo migliore per ringraziarla per i suoi immensi contributi al nostro paese. Rosa Parks una volta ha detto: ‘Finché ci sono disoccupazione, guerra, criminalità e tutte le cose che vanno a infliggere la disumanità dell’uomo all’uomo, a prescindere - c’è molto da fare e le persone devono lavorare insieme’. Ora che è morta, sta a noi assicurarci che il suo messaggio sia condiviso. Anche se ci mancherà il suo amato spirito, lavoriamo per assicurarci che la sua eredità sopravviva nel cuore della nazione. Come nota personale, penso sia giusto dire che se non fosse per quel tranquillo momento di coraggio da parte della signora Parks, non sarei qui oggi. Le devo un grande ringraziamento, così come la nazione.

Così come tutte e tutti noi.