Un indicatore importante dello stato di salute di una democrazia e di una società che si definisca civile è la concezione della pena, l’organizzazione dei sistemi detentivi, la condizione di coloro che sono in regime di restrizione della propria libertà personale. La riforma del 1975 dell’ordinamento giudiziario già si pose l’intento di introdurre un sistema incentrato sull’osservazione e il trattamento individualizzato dei detenuti all’interno del carcere, nel quale l’istruzione, la formazione professionale e lo svolgimento di attività lavorative assunsero un ruolo centrale nell’applicazione della pena al fine della rieducazione e del reinserimento.

Nella giornata seminariale “Il diritto del lavoro penitenziario” in programma il 20 maggio all’università di Firenze, organizzata dalla Cgil nazionale, Camera del lavoro di Firenze e associazione L’Altro diritto, ci concentriamo sul tema dello svolgimento lavorativo, come previsto anche dagli articoli 20 e seguenti. Oltre a denunciare l’enorme evidente difficoltà nel consentire a tutti i detenuti di svolgere regolarmente tale attività, vogliamo evidenziare che a monte esistono dei vuoti, o per meglio dire degli “sbagli normativi” che negano di fatto quello che è uno dei principi fondanti e cioè che il lavoro non ha carattere afflittivo, deve essere remunerato e dovrebbe, per organizzazione e regole giuridiche, avvicinarsi il più possibile alle normali condizioni del lavoro libero, rispettandone i diritti come quelli previdenziali e assistenziali.

Ne è un esempio l’indennità di disoccupazione non contemplata dalle indicazioni dell’Inps: il riconoscimento della Naspi è stato negato a molti detenuti, e già da tempo Cgil e Inca hanno promosso vertenze per rivendicarne la corretta attribuzione. Per questo anche a Firenze è stato chiamato in giudizio l’Istituto a tutela di un detenuto a cui era stata negata tale indennità. Lo scorso 5 maggio il giudice ha condannato l’Inps di Firenze a pagare la Naspi poiché l’interpretazione dello stesso Istituto risulta ingiustificata e si pone in palese contrasto con l’art. 35 della nostra Costituzione.

In realtà il vero problema, per noi, è che non vi è alcuna chiarezza sul tipo di rapporto di lavoro applicato ai detenuti che lavorano alle dipendenze dell’amministrazione penitenziaria. Per questo abbiamo deciso come Cgil nazionale, Cgil di Firenze (ufficio vertenze) e L'Altro Diritto di elaborare e proporre pubblicamente un modello di contratto tipo in modo da rendere esigibile e trasparente tutto ciò che riguarda il rapporto di lavoro e i diritti a esso correlati, presentandolo con il contributo di esperti e operatori del settore ai referenti dell’amministrazione penitenziaria in occasione dell’iniziativa del 20 maggio.

I lavori del seminario, aperto alle 9.30 da Paola Galgani, segretaria generale della Camera del lavoro di Firenze, sono divisi in due parti. Quelli della mattinata sono finalizzati ad affrontare il tema da un punto di vista politico e normativo e vengono conclusi dalla segretaria nazionale Cgil Daniela Barbaresi. Nel pomeriggio, con l’aiuto di esperti e studiosi del settore, si affronta nello specifico il tema della forma giuridica del contratto per il lavoro penitenziario intramurario.

Elena Aiazzi è segretaria Cgil Firenze

PROGRAMMA

Ore 9.30
Apertura lavori con Paola Galgani, segretaria generale Cgil Firenze
Saluti: Andrea Simoncini, direttore del dipartimento Scienze giuridiche; Giuseppe Fanfani, Garante diritti dei detenuti Toscana

Prima sessione: “Diritto al lavoro dei detenuti e delle detenute”
Coordina Denise Amerini, area Welfare Cgil nazionale
Interventi:
– Giuseppe Caputo, Università di Firenze, L’Altro Diritto – Centro ricerca
– Carlo Renoldi, capo dipartimento dell’amministrazione penitenziaria
– Ivan Lembo, responsabile dipartimento Politiche sociali della Cgil Milano
– Antonella Tuoni, direttrice Casa circondariale Ncp Sollicciano
– Stefano Anastasia, coordinatore nazionale Garanti territoriali
– Conclusioni di Daniela Barbaresi, segretaria nazionale Cgil

Ore 14.30
Seconda sessione: “Il contratto di lavoro”
Apertura: Elena Aiazzi, segreteria Cgil Firenze
Presentazione proposta di contratto da lavoro penitenziario: Silvio Berlingieri, responsabile Uvl Cgil Firenze
Tavola rotonda
Coordina Emilio Santoro, direttore Adir – L’Altro Diritto – Centro di ricerca interuniversitario
– Gianfranco De Gesu, direttore generale dei detenuti e dei trattamento Dap
– Vincenzo La Monaca, commissario polizia penitenziaria
– Gabriella Del Rosso, avvocato del lavoro e previdenziale
– Stefano Visonà, sostituto procuratore generale, Corte di Cassazione
– Pierpaolo D’Andria, provveditore regionale amministrazione penitenziaria Toscana/Umbria