“Quella del 3 ottobre di sette anni fa è stata una delle tragedie più imponenti nella traversata disperata del Mediterraneo, che però non si è mai interrotta. Da quella data, 18.000 persone hanno perso la vita nel disperato tentativo di trovare salvezza in Europa, più di 400 nel solo 2020. Vittime dell'indifferenza di un mondo che ha trasformato la sua civiltà in paura, continuando a edificare muri”. Così i segretari confederali di Cgil, Cisl, Uil, Giuseppe Massafra, Andrea Cuccello e Ivana Veronese, in occasione della Giornata nazionale in memoria delle vittime dell'immigrazione, istituita a seguito del naufragio al largo di Lampedusa che costò la vita a 368 persone.

Per i tre dirigenti sindacali, “le politiche condotte in questi anni dall’Italia e dall’Europa non sono state in grado di delineare un futuro capace di mettere al centro i valori della solidarietà e dell'accoglienza, come dimostrato dal patto europeo per la gestione dei migranti e dei richiedenti asilo, presentato il 23 settembre scorso dalla presidente di Commissione europea Ursula Von der Leyen, troppo condizionato da un approccio ancora una volta securitario e da una visione egoistica dei singoli Stati”.

“Servono misure - proseguono i sindacalisti confederali - che riconoscano il diritto alla circolazione delle persone, che sappiano sostenere l'aumento delle quote di reinsediamento e dei corridoi umanitari, per garantire il diritto all’asilo per ragioni umanitarie e concedere permessi per motivi di studio e di lavoro alle persone in fuga da guerre e persecuzioni. Inoltre, occorre facilitare i ricongiungimenti familiari e promuovere un sistema di sponsorizzazione per l'ingresso in Europa”. 

“Chiediamo un cambio di rotta: la modifica sostanziale dell'accordo di Dublino, una nuova riforma della normativa in materia di immigrazione nel nostro Paese, a partire dalla cancellazione dei decreti sicurezza. Chiediamo che vengano stralciati gli accordi con Paesi terzi, che non garantiscono il rispetto dei diritti umani, e che per fermare i flussi finiscono con il favorire le organizzazioni criminali. Infine, vanno riattivate le operazioni di ricerca e salvataggio, smettendo di ostacolare e denigrare il lavoro delle Ong, e, nel contempo, vanno promosse le attività di cooperazione allo sviluppo nei Paesi di partenza dei migranti”, aggiungono gli esponenti di Cgil, Cisl e Uil.

Mai come oggi, con la pandemia in corso, è necessario costruire un’Italia e un’Europa accoglienti e solidali, che sappiano valorizzare il positivo contributo culturale, economico, di diversità che le persone migranti portano ai nostri Paesi”, concludono Massafra, Cuccello e Veronese.