Operai e operaie di tutto il Paese unitevi. E raccontate la vostra storia davanti a una telecamera. Debutta Ruvide, storie di lotta e lavoro, l’archivio audiovisivo sul movimento operaio italiano, tra gli anni 60 e gli esordi degli anni 80. Il progetto è composto da centinaia di interviste ai testimoni oculari e ai protagonisti di una stagione che ha sconvolto le fondamenta della neonata democrazia italiana.

Ad andare in scena sono operai e operaie, braccianti e mondine, delegati dei consigli di fabbrica, intellettuali, funzionari e militanti dei partiti e delle organizzazioni della sinistra. Una moltitudine anonima di uomini e donne, eredi consapevoli della Resistenza, che hanno macinato diritti, conquistato tutele, reggendo agli urti della strategia della tensione e delle bombe neofasciste. 

 

Le interviste riportate nell’Archivio si focalizzano sulle grandi e piccole vertenze industriali, sulle battaglie per i diritti civili, sulla quotidianità, i desideri e le frustrazioni di un mosaico umano in fibrillazione. 

Il ‘68 degli studenti e il ‘69 degli operai. Le rivolte contadine degli anni 50. Lo sfruttamento e la repressione del dissenso. La questione meridionale e il processo migratorio verso le città industriali del Nord Italia. La seconda ondata femminista e il ‘77. Il Pci, il Psi, il Psiup, il Manifesto e i gruppi della sinistra extraparlamentare, tra cui Lotta continua e l’Autonomia operaia. Il sindacato, la Cgil in primis, e la democrazia. 

Una storia, di parte, dell'Italia repubblicana. La biografia di una generazione che ha scelto di combattere per sé e per gli altri. 

Ruvide è realizzato dal Centro di giornalismo permanente (Cgp), un collettivo di reporter, videomaker e fotografi autonomi, fondato nel 2018 per rispondere alle sfide che la contemporaneità del mondo del lavoro pone. E dallo Spi Cgil, il sindacato dei pensionati: l'organizzazione ha letteralmente spalancato le porte delle Camere del lavoro di tutta Italia per mostrare l’immenso patrimonio esistenziale a disposizione.

"Un lavoro che restituisce la dignità del movimento operaio in questo Paese. Ripercorrere la storia ci è utile non solo a ricordare, ma soprattutto a renderci conto di ciò che si è conquistato grazie al movimento sindacale e cosa si è dovuto fare per arrivarci", spiega Ivan Pedretti, segretario generale dello Spi Cgil.

"Fare in modo che questa storia si conosca è uno strumento utile alle nuove generazioni e alle lotte che devono e dovranno affrontare. Non è un caso che questo progetto nasca dalla collaborazione del sindacato dei pensionati che sono stati protagonisti di quegli anni e un collettivo di giovani giornalisti freelance e precari".

Gli autori di Ruvide sono Maurizio Franco, Marco Mastrandrea, Giovanni Culmone, Filippo Poltronieri, Margherita Simionati e Ludovico Tallarita. L’impianto grafico è partorito dall’agenzia FF3300. La regia e la supervisione storica sono dello Spi Cgil.

"Abbiamo conosciuto centinaia di persone lungo il nostro viaggio. Ognuna aveva un’esperienza diversa da raccontare, un episodio, un aneddoto da restituire. E questo ci ha entusiasmato perché abbiamo toccato con mano un pezzo di storia, che è la loro ma è anche la nostra", dice Maurizio Franco del Centro di giornalismo permanente.

"Davanti alle telecamere, gli intervistati hanno provato di nuovo le emozioni e la rabbia per le ingiustizie patite, nonostante gli anni trascorsi. Non percepiscono il passato come un luogo della memoria, ma come materia viva e incandescente, su cui ancora porre degli interrogativi", conclude Franco.

Il progetto si è dotato di un proprio canale YouTube per rendere le testimonianze fruibili il più possibile. Contenuti da condividere con tutti coloro che intendono cimentarsi con un passato ancora da metabolizzare. Studenti e docenti di ogni ordine e grado, dottorandi, ricercatori o semplici appassionati di storia. L’obiettivo è innescare un dibattito sugli anni d’oro del conflitto sociale per comprendere le dinamiche del presente. 

Le cartelle tematiche mettono ordine al bailamme delle voci operaie. Categorie come “sciopero”, “le fabbriche delle donne” e “i metalmezzadri” rendono immediata la navigazione. Ogni intervista è correlata da una mini-sinossi e da un titolo che circoscrive le questioni analizzate, il tempo e il luogo delle storie raccontate.