Lo stabilimento delle Officine Grandi Riparazioni inizia la sua attività nel 1908 in Via Casarini 25, a Bologna, costruendo nel tempo un percorso unico e irripetibile nella storia italiana, che attraversa tutto il Novecento arrivando sino a noi, quando nel 2018 parte della produzione viene trasferita nella sede di Via del Lazzaretto 16, sempre nella città felsinea.   

Lo raccontano in maniera esemplare Agata Mazzeo ed Ernesto Vaggi, autori di Treni d’amianto, binari di memoria. Storie di lavoro e lotte alle Officine Grandi Riparazioni di Bologna (Pendragon editore, pp. 350, euro 18), un libro nato all’interno del progetto “Le officine della Memoria-Museo OGR”, che ha portato alla realizzazione di diversi materiali, dall’audiovisivo al cartaceo, tra cui questo volume, accompagnato da un inserto composto di testi e immagini che ripercorrono per l’appunto la memoria delle OGR con l’intento di rivolgersi in particolare alle nuove generazioni, per rafforzare un rapporto sempre proficuo con le componenti scolastiche e gli enti socio-culturali del territorio.

L’iniziativa, è bene ricordarlo, parte dall’Associazione Familiari e Vittime Amianto Emilia Romagna, con il desiderio di non disperdere un patrimonio politico, culturale, e soprattutto umano, che appartiene a tutti noi e che va custodito, in particolare per il profondo rispetto dovuto nei confronti delle vittime per amianto (oltre trecento certificate nel corso del tempo alle OGR), e delle tante battaglie intraprese da lavoratori e lavoratrici contro il suo utilizzo, più in generale per il diritto alla salute.

I due curatori ci propongono uno studio condotto mescolando con rigore ed efficacia le rispettive discipline di studio, l’una propriamente storica (Vaggi), l’altra di orientamento antropologico (Mazzeo), riuscendo a mettere insieme i tanti tasselli di un unico grande mosaico, segnato da sofferenza e dolore per responsabilità gravissime, anche dal punto di vista istituzionale.

In particolare, l’analisi di Agata Mazzeo, coordinatrice diell’intero progetto, insiste sulle tragiche conseguenze dell’uso dell’amianto alle Officine Grandi Riparazioni delle FF.SS. di Bologna, una strage che continua ancora oggi. Alcuni capitoli del volume vengono dedicati in maniera specifica alla ricostruzione della Vertenza Amianto, alla lotta per la salute condotta dalle rappresentanze sindacali al fianco dei lavoratori, che portò alla messa in sicurezza dello stabilimento. A questi se ne alternano altri nei quali è possibile seguire la minuziosa ricerca storica che si dipana in oltre 150 anni di storia del movimento operaio dei ferrovieri, e delle OGR di Bologna in particolare.

Per fornire un solo esempio, tra i molti, della scrittura e dell’incedere del libro, in questo passaggio viene descritto come, nel corso del decennio Settanta del Novecento, dopo aver superato tutte le complessità derivanti da due guerre mondiali intervallate dal  ventennio fascista, i lavoratori e le lavoratrici bolognesi acquisirono gli strumenti di lotta e ricerca operaia, frutto delle esperienze collettive maturate negli anni precedenti:

Nella prima metà degli anni Settanta, la mobilitazione sindacale era riuscita a sensibilizzare l’opinione pubblica generale sul problema della nocività degli ambienti di lavoro presso numerose aziende in Italia. Inchieste pubblicate da riviste scientifiche, stampa operaia e quotidiani nazionali favorirono tali azioni di sensibilizzazione e, allo stesso tempo, ne erano la prova... ...Fra i lavoratori delle OGR di Bologna, la consapevolezza che, per gestire ed eliminare gradualmente e totalmente il rischio di amianto,fosse necessario intraprendere la strada della mobilitazione sindacale, impostare una vertenza e avviare un confronto con l’azienda, riuscì a maturare solo grazie a una mobilitazione quotidiana fatta di studio, divulgazione, assemblee e dibattiti”.

Corredato di un’ampia sezione bibliografica, altro merito di questo lavoro è l’approdo nella parte conclusiva ai nostri giorni, fornendo informazioni utili per comprendere a che punto si trovi la vicenda, a partire dalla costituzione, il 18 novembre del 2014 a Bologna, dell’AFeVA ER, l’Associazione Familiari e Vittime Amianto Emilia Romagna di cui sopra, che riunisce gli ex-esposti all’amianto, i famigliari delle vittime, e tutti i cittadini e le cittadine che si battono per un ambiente libero dalle polveri che uccidono.

Il volume, già disponibile nelle librerie, verrà presentato il prossimo 10 dicembre, alle ore 18, presso la Sala Borsa di Bologna, con la partecipazione dei dei due autori.