Il felice connubio letterario tra le edizioni E/O e la scrittrice Lia Levi propone ai lettori un nuovo romanzo, dal titolo “Ognuno accanto alla sua notte” (pp.272, euro 18), che segue il successo ottenuto con “Questa sera è già domani”, particolarmente apprezzato dai lettori di nuova generazione, vincitore nell’edizione 2018 del Premio Strega Giovani. Direttrice per trent’anni del mensile ebraico Shalom, con il suo primo libro “Una bambina e basta”, sempre per E/O (1994), ha ricevuto il Premio Elsa Morante Opera Prima. L’abbiamo raggiunta per un’intervista.

Signora Levi, come possiamo descrivere questo suo nuovo romanzo?

Si tratta di un libro che prosegue il percorso dei precedenti, nei quali la storia rimane sullo sfondo per lasciare spazio alle storie, le storie individuali, con particolare attenzione alle reazioni delle persone quando gli eventi ti piombano sulla testa, sulle vite e sui caratteri di ognuno di noi, sullo status familiare, accentuando le nostre diversità. È il gioco del destino, che ci ricorda che possiamo fare quello che vogliamo per il meglio, per noi e per gli altri, ma rimane imperscrutabile. E questo gioco del destino mi ha sempre affascinata. Ecco, senza entrare nella trama, i tre racconti contenuti in questo romanzo possono presentarsi così.

Il suo romanzo precedente, “Questa sera è già domani”, ha ricevuto nel 2018 il riconoscimento del Premio Strega Giovani. Come si racconta la memoria alle nuove generazioni?

Forse sono condizionata dal mio modo di sentire, ma credo che della grande sofferenza quando è collettiva se ne prenda conto con orrore, ma è un dolore che resta astratto. Come diceva Primo Levi, “vale di più una singola Anna Frank che miriadi di persone rimaste nell’ombra”. Allora è il fatto, l’individuo, le milioni di sofferenze di ciascuno che possono arrivare alle persone, e non lo dico perché di questo scrivo, penso proprio sia così. Penso a quanti ragazzi si lascino prendere dalle storie individuali, dalle biografie; nel bene e, purtroppo, anche nel male. Credo che per i giovani sia importante non rimanere passivi nell’ascolto di qualcuno o qualcosa, bisogna renderli attivi rispetto quanto gli si racconta. In questo senso aiutano le ricerche correlate a un argomento, gli spettacoli teatrali da loro messi in scena, la visita di certi luoghi. La visione delle pietre d’inciampo, per esempio, resta molto impressa nell’immaginario dei ragazzi. Si immedesimano nei personaggi.

Nei molti incontri avuti con studenti e studentesse, ne ricorda qualcuno in particolare?

Beh, avendo lei citato il Premio Strega Giovani, mi torna in mente la serata in cui, dopo aver ricevuto il riconoscimento, si è avvicinato un ragazzo che mi ha detto “Lo sa che l’ho votata?”. Quando gli ho chiesto perché si fosse convinto a dare il suo voto proprio a me, mi ha risposto: “Quando ho letto la scena del ragazzo che si rifiuta di fare il saluto fascista. Mi sono immedesimato in quel ragazzo”. Ecco, torniamo a quanto stavamo dicendo prima, e in fondo torniamo anche a Primo Levi, che oltre a essere uno scrittore che narra quanto accaduto negli anni del nazifascismo, ne è anche un testimone. Credo che il segreto per fare breccia, soprattutto tra i giovani, sia proprio questo.

C’è un personaggio di questo libro al quale è rimasta particolarmente affezionata?

Dei tre racconti l’ultimo è di certo quello più politico, la storia di un adolescente, figlio di un dirigente comunitario, dal carattere ribelle che si rifiuta di andare nelle scuole superiori riservate agli ebrei. Vive questa situazione come un accomodamento assurdo, e si fa dare ripetizioni private da uno scrittore legato al movimento Giustizia e Libertà. Da qui entra nel gruppo, acquisisce consapevolezza, inasprendo il confronto con il padre appartenente a una classe dirigente che tratta con il fascismo, mentre per lui mediare non si può, trattandosi di vita e di morte. Arriva così il rastrellamento, la drammatica notte del 16 ottobre 1943 al ghetto di Roma, dopo la quale padre e figlio, tra varie vicende, si ritroveranno. Ma forse è meglio non svelare tutto al lettore...