Alle porte di Monza, a pochi passi da Milano, si trova Villa Reale, costruita per volere dell’arciduca Ferdinando d’Asburgo tra il 1777 e il 1780, conosciuta per i suoi bellissimi giardini, 40 ettari di patrimonio paesaggistico monumentale e storico, e per le mostre che regolarmente ospita. O sarebbe meglio dire ospitava, visto che questo meraviglioso complesso, strappato al degrado e all’abbandono nel 2012 dopo un imponente intervento di restauro, a soli sei anni dall’apertura al pubblico all’inizio dell’anno scorso è stato chiuso. La causa: uno scontro tra i due enti che gestiscono il bene, il privato Nuova Villa Reale che ha la concessione, e quello pubblico, il Consorzio partecipato dai Comuni di Monza e Milano, Regione Lombardia,  ministero dei Beni culturali.

Il concessionario ha chiesto al Consorzio il pagamento di un risarcimento di 8,3 milioni di euro, mentre la parte pubblica parla di gravi inadempienze da parte dell’ente privato, di una “doverosa reazione ad una situazione di totale abbandono del bene pubblico”. Sono rimasti schiacciati in mezzo a questa lotta i lavoratori, vittime del contenzioso, da marzo scorso in cassa integrazione a zero ore, senza alcuna anticipazione del trattamento economico da parte dell’azienda Cultura Domani, a casa e senza reddito anche quando sarebbe stato possibile riaprire a maggio, perché la Reggia è rimasta chiusa.

 

 

 

Dopo mesi di limbo, a dicembre è arrivata la tegola: una comunicazione aziendale che conteneva il recesso unilaterale dal contratto di gestione del servizio a partire dal 4 gennaio. “I lavoratori rischiano concretamente, in assenza di soluzioni adeguate, di perdere il posto e ritrovarsi in mezzo a una strada nel pieno della pandemia – sostiene Matteo Moretti, segretario generale Filcams Cgil Monza e Brianza -. Dopo aver richiamato in questi mesi gli enti pubblici che partecipano al Consorzio alle proprie responsabilità, aver recepito sensibilità e attenzione al disagio dei lavoratori, preso atto dell’intenzione di favorire la tutela occupazionale, è arrivato il momento di passare dalle parole ai fatti. La continuità occupazionale è elemento imprescindibile, anche per mantenere il diritto alle dodici settimane di ammortizzatori sociali previsti dalla legge di Stabilità usufruibili dal primo gennaio al 31 marzo 2021”.

 

 

 

L’ultimo passaggio di questa intricata vicenda è stato l’incontro in videoconferenza che si tenuto nei giorni scorsi con la IV Commissione attività produttive della Regione Lombardia, dove si è profilata una strada per evitare i licenziamenti. “Ci aspettiamo che nelle prossime ore l’azienda attivi gli ammortizzatori sociali Covid e che durante queste dodici settimane si costruisca una soluzione per riaprire Villa Reale, restituendo così il proprio lavoro ai dipendenti di Cultura Domani e l’accesso al bene pubblico a tutti i cittadini – ha spiegato Moretti -. Noi reputiamo che la soluzione sia assolutamente alla portata perché i lavoratori sono funzionali alla riapertura del bene”.