Ha tre gravi colpe Federico Garcìa Lorca: è socialista, è repubblicano ed è omosessuale. Per questo quando i franchisti lo catturano nella casa di Granada dove è alloggiato assieme ad alcuni suoi amici lo condannano a morte. È il 1936. È un'alba d'agosto. Ma neppure il giorno si conosce con certezza. Il 17, il 18 o il 19. Lo giustiziano in strada. Per le milizie fasciste quel poeta è il nemico. Così buttano via il suo corpo in un burrone, in una fossa comune - dicono - nei pressi di Fuentegrande de Alfacar ed è lì che rimarrà sepolto per sempre. Non una data, non una tomba, non una lapide, non un luogo su cui piangere il suo corpo. Così Federico Garcìa Lorca, uno dei poeti più celebrati del Novecento, diventa il simbolo di tutti i desaparecidos della Guerra civile spagnola.

È anche un simbolo della Resistenza. Nel 1930 si è trasferito a New York, in seguito a Cuba ma poi ha deciso di tornare nella sua terra. Rientra in Spagna dopo un soggiorno a Buenos Aires. Nel 1934 la situazione politica è ormai insostenibile, lo scoppio della guerra civile imminente. Per il mondo lui è "l'Omero spagnolo", per la destra spagnola un intellettuale scomodo: la sua popolarità e le prese di posizione contro le ingiustizie sociali lo rendono inviso ai conservatori. Eppure Federico rifiuta l'asilo politico offertogli da Messico e Colombia, consapevole del rischio che corre, preferisce restare vicino alla famiglia nella sua Granada. 

Legato da profonda amicizia ad artisti e intellettuali come Salvador Dalì e Pablo Neruda, verrà ricordato da quest'ultimo così: "L'assassinio di Federico fu per me l'avvenimento più doloroso di un lungo combattimento. La Spagna è sempre stata un campo di gladiatori; una terra con molto sangue. L'arena, con il suo sacrificio e la sua crudele eleganza, ripete l'antica lotta mortale fra l'ombra e la luce".

Quando muore Federico ha solo 38 anni eppure ha alle spalle un'enorme produzione letteraria, composta da poesie e testi teatrali. Profeticamente della sua terra diceva: "In Spagna, i morti sono più vivi che i morti di qualsiasi altro paese del mondo". E in effetti ancora oggi il suo destino è controverso: dal 2009 il caso Lorca è tornato a far discutere, per ordinanza del tribunale sono state avviate le ricerche per trovarne i resti, ricerche interrotte qualche anno dopo per mancanza di fondi ma mai di fatto completamente abbandonate.