Franca Valeri ha festeggiato i suoi cento anni ricordando a tutti che cosa è stato il fascismo. In un'intervista rilasciata al Corriere della Sera raccontava quando vide Mussolini in piazzale Loreto e non provò pena. Voleva solo essere sicura che fosse morto. Da ebrea aveva sofferto il regime e le leggi razziali, così poche settimane fa raccontava: "Papà era ebreo. Ricordo quando lesse sul giornale la notizia delle leggi razziali e pianse. Fu il momento più brutto della mia vita. Non poter più andare a scuola, non poter più andare a teatro. Preparai l’esame a casa, da privatista".

Dovette nascondersi dai nazisti. Fuggire. Cambiare cognome. Per questo motivo spiegava: "Per me la giovinezza incominciò il 25 aprile: una giovinezza tardiva. Ma è stata bella. In quell’Italia tutto pareva possibile". Per quel suo innato senso di libertà, l'hanno definita femminista e nel tempo è diventata un'icona gay. Lei ne andava fiera. Una grande attrice, la Signorina Snob e la Sora Cecioni, la prima comica in Italia, una mente sagace, un'artista poliedrica. Una donna impegnata.

Oggi Franca Valeri se n'è andata lasciandoci più soli. Per un caso del destino lo ha fatto ventiquattro ore prima che a Milano piazzale Loreto si riempisse di nuovo per ricordare le vittime di Mussolini, i quindici giustiziati di quel 10 agosto 1944, quelli sì per i quali lei si sarebbe commossa ancora.