Un incontro per sostenere i lavoratori dello spettacolo, del cinema e dell’audiovisivo nella crisi scatenata dal coronavirus. Per confermare e prorogare le tutele già decretate dal governo, e per individuarne di ulteriori a garanzia di migliaia di addetti di un settore in gravissima difficoltà. L’incontro (a distanza) si è tenuto oggi pomeriggio, 21 luglio, per convocazione del ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali Nunzia Catalfo, e di Dario Franceschini, responsabile dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo. Al tavolo di confronto erano presenti le confederazioni Cgil, Cisl e Uil e le categorie Slc Cgil, Uilcom Uil e Fistel Cisl, più Ugl, Cisal e Cobas. Per le associazioni datoriali, tra gli altri, c’erano Anica, Agis, Confartigianato e Cna.

La Cgil, presente alla riunione con il segretario generale Maurizio Landini e Cristian Sesena per l’area contrattazione, ha sottolineato l’urgenza, per il settore, di ripartire subito e in sicurezza. “Il sistema di ammortizzatori in alcuni casi è stato letteralmente inventato – ha spiegato al tavolo la delegazione Cgil - per tentare di dare risposte al mercato del lavoro del settore”. Ma la situazione dello spettacolo denuncia “la storia di una precarietà endemica e antica che merita risposte non solo nel contingente ma in prospettiva”.

La confederazione di corso d’Italia ha chiesto un intervento forte in termini di risorse del pubblico per riavviare la macchina dello spettacolo, favorendo la tutela dell’occupazione e la valorizzazione delle tante professionalità esistenti. Per la Cgil è necessario attuare un costante confronto con le parti sociali in fase di emanazione dei decreti attuativi del dl Rilancio (per quanto attiene al fondo cultura) e del Codice dello Spettacolo.

Il ministro Franceschini ha garantito che il bonus di 600 euro e gli ammortizzatori sociali verranno prorogati nel decreto il cui varo è atteso dopo il voto sull'ulteriore scostamento di bilancio in calendario a fine mese. Saranno previsti sgravi per le imprese che rinunciano agli ammortizzatori e garantiscono assunzioni e ripresa delle attività, ha detto il ministro. La ministra Catalfo ha invece confermato il rifinanziamento degli ammortizzatori sociali per il settore.

I ministri, a nome del governo, hanno preso l’impegno a convocare due tavoli su spettacolo dal vivo e cineaudio visivo, per approfondire problematiche e prospettive con tutte le parti sociali.

“Di positivo – commenta Sesena con Collettiva a incontro terminato - c’è la conferma della proroga delle misure di sostegno al reddito Covid. Come anche è positivo il voler continuare il confronto con le parti attraverso l’istituzione di due tavoli macrotematici, per decidere assieme come coniugare la gestione dell’emergenza con la ripartenza”.

“Sullo sfondo però – spiega Sesena - restano le problematiche del settore che meritano investimenti e risorse. La cultura è un bene primario per i cittadini, oltre a essere un elemento di attrazione e un moltiplicatore economico nel rapporto col turismo, quindi deve essere, assieme alla sanità ovviamente, uno dei destinatari dei fondi che arriveranno dall’accordo europeo raggiunto a Bruxelles. Dev’esserci in un Paese come il nostro un diritto alla cultura come servizio essenziale, e questo deve mettere in moto un’attenzione per i lavoratori che finora non c’è mai stata. La corsa fatta durante la pandemia per tamponare l’emergenza sociale dimostra che questo settore è un mare magnum di precarietà”.

“Apprezziamo lo sforzo di confronto con le parti sociali e l’intenzione di muoversi in maniera condivisa. Incassiamo le garanzie occupazionali prorogate grazie alla nostra pressione, ma vogliamo contare nella discussione che verrà. Una discussione che sarà importante, e nella quale la voce dei lavoratori dovrà essere ascoltata”, conclude Sesena. 

Nel corso di un’audizione al Senato, lo scorso 9 luglio, Maurizio Landini aveva lanciato l’allarme sulla situazione del settore: “non si può evocare il nostro patrimonio artistico e poi offrire un sostegno così scarso. La pandemia ha fatto emergere una crisi già esistente”. In quell’occasione il segretario della Cgil aveva chiesto di “definire i livelli essenziali delle prestazioni, un intervento dello Stato e nuove protezioni sociali”.

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