Il Po, il più grande fiume italiano, si sta prosciugando. I suoi affluenti sono ai minimi storici dal 1972: Dora Baltea, Adda e Ticino hanno una riduzione del 75% delle portate, con gravi conseguenze per l'irrigazione e la generazione di energetica idroelettrica. Si stimano danni per un terzo della produzione agricola nazionale, pari a 1 miliardo di euro all’anno. Si festeggia così, con i dati allarmanti di una siccità sempre più grave soprattutto nel Nord del Paese, la trentesima Giornata mondiale dell’acqua, che si celebra il 22 marzo, istituita nel 1992 dalle Nazioni Unite per sensibilizzare l’opinione pubblica e le istituzioni sui problemi più urgenti legati al consumo di questa risorsa, dall'accesso alla sostenibilità degli habitat, e sull'importanza di ridurre lo spreco e di assumere comportamenti virtuosi.

“Per la Cgil la Giornata del 22 marzo è un monito a rafforzare il nostro impegno per migliorare la qualità dell'acqua, eliminare gli sprechi e promuoverne un uso razionale e per un’azione forte e rapida di contrasto al cambiamento climatico – spiega la confederazione in una nota con cui aderisce al World Water Day -. Continueremo a portarlo avanti con la nostra azione, a tutti i livelli, anche al tavolo presso il ministero della Transizione ecologica previsto dal protocollo per la partecipazione e il confronto nell’ambito del Pnrr, Piano nazionale di ripresa e resilienza, e del Piano per gli investimenti complementari, di cui abbiamo chiesto unitariamente l’attivazione, appena verrà convocato”.

Per questo speciale anniversario l’Onu ha scelto come filo rosso l’acqua di falda, invisibile ma essenziale. Da qui il motto “rendere visibile la risorsa invisibile”: quasi tutta l’acqua dolce liquida del mondo, infatti, è freatica, e i bacini sotterranei sostengono le forniture di acqua potabile, i sistemi sanitari, l’agricoltura, l’industria e gli ecosistemi. Risorse idriche preziose anche per il ruolo cruciale che giocano nell’adattamento al cambiamento climatico.

Peccato che in Italia lo spreco sia ancora un problema enorme e irrisolto: nel 2020 abbiamo perso il 36,2% di tutta l’acqua immessa in rete nei comuni capoluogo e nelle città metropolitane, dove risiedono 17,8 milioni di persone, praticamente più di un terzo, quasi un miliardo di metri cubi all’anno. E mentre le falde acquifere della penisola presentano un importante degrado fisico e organolettico e diminuiscono in quantità e qualità, l’acqua piovana che potrebbe essere raccolta e utilizzata si spreca per la quasi totalità, perché manca un sistema di vasi adeguato.

“Nonostante la criticità della situazione, il nostro Paese non sta agendo con la necessaria determinazione – sostiene il sindacato di corso d’Italia -. Per quanto riguarda la riduzione degli sprechi, basta pensare a quanto poco si sta facendo per le perdite delle reti idriche. In più, il decreto Concorrenza, eliminando all’articolo 6 tutte quelle disposizioni che attraverso una serie di adempimenti e procedure, che riguardano solo la gestione pubblica del servizio e non anche le aziende private, punta chiaramente a delegare al mercato il controllo dei servizi pubblici locali, tra quello idrico, in netto contrasto con l’esito referendario del 2011. Il governo dell’acqua deve essere compatibile con l’uso razionale, democratico e solidale di questa risorsa così preziosa e limitata, tanto più tenendo presente che a causa del cambiamento climatico sarà una risorsa sempre più scarsa”.

Quello dello stress idrico è un fenomeno che riguarda moltissimi Paesi del mondo. Attualmente un abitante della Terra su cinque non ha acqua potabile a sufficienza: 1,2 miliardi di persone. Secondo delle stime elaborate nel 2021 da Oms e Unicef, due terzi delle persone a cui mancavano ancora i servizi igienici di base vivevano nel 2020 in zone rurali. Quasi la metà di loro nell'Africa sub-sahariana. Stando al Rapporto mondiale delle Nazioni Unite sullo sviluppo delle risorse idriche 2022, con il peggiorare del clima l’accesso alle acque sotterranee diventerà sempre più critico: esplorare, proteggere e utilizzare in modo sostenibile le falde sarà “fondamentale per sopravvivere e adattarsi ai cambiamenti climatici” e soddisfare i bisogni “di una popolazione in crescita”. Una sfida che riguarda tutti in tutto il mondo, ne va della nostra capacità di produrre cibo e avere a disposizione acqua potabile.